Paupergeddon ‘25 - X anniversary. A judge perspective

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Ciao a tutti, mi chiamo Daniele e sono un non giovane L3 IJP in provincia di Roma, e oggi voglio raccontarvi un po’ quello che è per me il Paupergeddon.

“C'era una volta, in un paese di montagna a migliaia di chilometri dalla civiltà…” È così che iniziano le storie fantastiche, non è vero? Sì perché quella che sto per raccontarvi è proprio una storia fantastica, una storia cominciata 10 anni fa con un pugno di personaggi che avevano una incredibile voglia di crescere e di migliorare e, nel solo arco di tempo di due lustri, si è passati da una favola da 38 persone ad un romanzo da 1108 personaggi!

Il Paupergeddon che si è svolto a Lucca nel weekend tra il 4 ed il 6 luglio segna infatti il record come torneo pauper più grande al mondo, vantando presenze pari a quelle di un GP, e di conseguenza anche l’organizzazione è stata adeguata a tale evento.“Players, players everywhere.”

Il team arbitrale contava 1 Head Judge (Matteo Callegari), 3 Appeal Judge (Luca Chiassoni, Aruna Prem, Meg Baum), e un’armata di 27 arbitri tra Scorekeeper, Team lead, Floor Judge, e last but absolutely not least, un grande show manager, Piero Nicolli.

Sono fortemente convinto che ogni evento abbia la sua importanza, e meriti un’organizzazione puntuale, ma chiaramente gestire più di 1000 giocatori è diverso da gestirne 30. Per questo evento in particolare Kalle ha affidato a me ed altri 3 arbitri il ruolo di guidare i vari aspetti di un torneo di grandi dimensioni: Andrea Vella ha seguito il Team che si sarebbe occupato dell’inizio del round, Mattia Fredella era alla guida dei deck check, Eleonora Siorpaes era responsabile di quello che accade alla fine del round, ed infine il sottoscritto si è occupato della logistica del floor durante il torneo. Oggi vi parlerò nel dettaglio di cosa si è occupato il mio team.

Blueprint: gli step della progettazione.“THE floor”

La preparazione dell’evento è partita nel momento in cui ho ricevuto la mail di Kalle in cui ci affidava i nostri compiti, dove ho cominciato subito a ragionare su quello che mi competeva: per prima cosa avevo bisogno della planimetria della sala, con la disposizione dei tavoli, e una volta chiesto al capo arbitro dove volesse il tavolo 1, avrei potuto valutare come far girare il serpente dei numeri dei tavoli. Questa parte è effettivamente molto veloce, un po’ meno veloce mettere i numeri su 554 tavoli, ma a questo servono un team ben coordinato ed una buona pianificazione (ad onor del vero il sabato mattina troverò la sala già numerata, e come dice Sun Tzu, non è forte colui che combatte e vince, ma lo è chi vince senza neanche combattere XD chiaramente grazie Chiasso).

Dopo aver deciso la predisposizione dei tavoli, ed aver conseguentemente diviso il floor in 3 zone, andava deciso come dividere gli arbitri al fine di avere una copertura ottimale durante tutta la giornata. All’inizio pensavo di dividere i vari team in 3 parti per avere un arbitro per team su ogni zona, facilitando le operazioni, ma ragionando con Jacopo questo avrebbe rallentato la comunicazione nel team, quindi la mia scelta finale è stata quella di assegnare ad ogni zona un diverso Team, seguendo questo schema: il mio team si sarebbe occupato della zona A, perché i miei arbitri non avevano compiti particolari ad inizio round, e quindi potevano subito occuparsi dei giocatori ai tavoli alti; Eleonora avrebbe agito col suo team nella zona B, davanti allo stage per permettere a lei di avere una visione d’insieme del floor durante gli EoR e per essere nelle vicinanze dello scorekeeper per comunicare velocemente; ad Andrea ed al suo team ho dato la copertura della zona C, di modo che appena svolti i compiti per lo start of round avrebbe potuto dedicarsi alla coda del torneo; infine Mattia aveva la sua meravigliosa zona privata dove poteva fare i suoi deck check. Il mio piano era per loro di darsi il cambio con il team EoR appena avevano finito in ogni round per poter permettere ad Eleonora ed al suo team di neutralizzare e finalizzare ogni ghost table [chi sa, sa. NdA].

Le pause lunghe le avremmo organizzate all’interno di ogni singolo team, ma anche se andava al di là dei miei compiti, ho voluto comunque sincerarmi che la Sala avesse sempre avuto un buon bilanciamento di arbitri alle prime esperienze, arbitri esperti e Team lead, in questo modo potevo essere sicuro sia che non avremmo creato difficoltà per giovani arbitri che magari avrebbero potuto aver bisogno di un chiarimento, né tanto meno sovraccaricare arbitri esperti lasciandoli da soli su un field davvero ampio. Invece sarebbe stato mio compito organizzare le pause brevi, e per questo mi sono fatto aiutare da Excel ed un po’ di sano color coding. Il piano era mandare in pausa 20 arbitri rimasti al main event tra il R6 ed il R7, quindi avevo 4 slot da mezz’ora. Fortunatamente il mio background in matematica e fisica mi ha portato velocemente a decretare che avrei mandato in pausa 5 arbitri ogni 30 minuti, rimaneva solo da decidere chi, e quando. Anche in questo caso ho scelto di mandare in pausa gli arbitri a seconda del team a cui appartenevano: se il team avrebbe lavorato all’inizio del round significava che la loro pausa sarebbe cominciata a mezz’ora dall’inizio dello stesso, e viceversa se il team doveva agire alla fine del round, la loro pausa sarebbe iniziata con l’inizio del round. Divido di nuovo ogni team in due parti per garantire comunque una copertura di arbitri da ogni team durante tutto il round, e il gioco è fatto. Il color coding mi serviva per avere a colpo d’occhio la divisione della sala.

Ultima parte del torneo da gestire, il coordinamento con il team del coverage. Durante un torneo del genere è presente una struttura molto professionale di streaming, ed il nostro compito è quello di garantire la presenza di un arbitro al tavolo per dirimere problematiche nel più breve tempo possibile, quello che serviva era quindi avere degli arbitri esperti che avessero potuto agire in maniera autonoma. Ho scelto di dedicare 4 arbitri al coverage, uno per round, che avrebbero quindi arbitrato per due volte in streaming durante l’arco del D1.

Durante la pianificazione sul nostro server di discord ho notato che un arbitro del mio team aveva bisogno di fare e ricevere una review, ed un altro arbitro si è offerto di aiutare, ed era sempre nel mio team! Ho ricontrollato i miei file Excel e ho fatto in modo di farli lavorare il più possibile insieme per facilitare la cosa.

Pronti? Via!“La polizia!”

Perfetto, sono pronto, non mi resta che fare le valigie ed andare a Lucca. Parto la sera prima per arrivare fresco al D1, viaggio insieme ad un mio amico e dormirò in un albergo vicino casa di Chiasso, con cui ho un appuntamento per il giorno dopo alle 7:15 per arrivare prima in venue e “avere il tempo di rimediare ad eventuali imprevisti”. Quando si fanno le 7:45 comincio ad immaginare che forse forse ci troviamo davanti al nostro primo imprevisto, la sveglia di Luca non va, ma per fortuna lui ha un orologio biologico infallibile che lo sveglia comunque nonostante le poche ore di sonno, mi viene a prendere, andiamo a prendere Sandro Manfredini, e chiaramente ha detto agli altri di iniziare il judge meeting, perché il torneo è la cosa più importante, the show must go on, ma soprattutto, era tutto pronto già dalla sera prima in venue. Da parte mia, Jacopo Strati, che era nel mio team, era a conoscenza del mio piano e gli ho quindi chiesto di fare le mie veci per il briefing iniziale. Il torneo inizia con un piccolo singhiozzo che fortunatamente non è stato percepito dai giocatori, ora non mi resta da fare che discutere con l’HJ e gli altri team lead del mio piano per il floor, dare un’ultima controllata alla sala, e finalmente ho 2 minuti per salutare, beh, chiunque! Arbitri, Boose ed il team di Dungeon Street, artisti, vendor, giocatori di ogni lega… questo torneo ha proprio l’aria di una bella festa, è una cosa che adoro! Ma basta, viene lanciato il primo turno su Spicerack, che da subito ci dà qualche grana, siamo davvero in tanti, quindi dobbiamo rimediare con qualche metodo un pelo più analogico. Ragioniamo sul da farsi durante il primo turno, e viene deciso di mettere qualche pairing board in più in sala, mentre gli arbitri liberi aiuteranno i giocatori a raggiungere i loro tavoli trovandoli su Purple Fox (l’app che usiamo per gli EoR). Già dal secondo turno fila tutto decisamente più liscio, ma stiamo in guardia in quanto ci vuole davvero poco a creare grossi problemi. 

Imprevisti ne abbiamo?

Il torneo fila liscio per i primi 5 turni, ci sono un discreto numero di chiamate, sia per policy che per regole, siamo giusto un po’ lenti alla fine del turno perché abbiamo un numero spropositato di ghost. Eleonora chiama un meeting d’emergenza e indica come risolvere la situazione da lì in poi. Effettivamente da quel momento il problema è risolto, non avendo più ritardi nel passaggio da un round al successivo.

Alla fine del quinto round Spicerack si blocca per un bel po’, non c’è molto che noi possiamo fare se non guardare gli sciamani fare le loro magie gli scorekeeper lavorare alacremente per risolvere la questione. In questo frangente abbiamo metà sala seduta e metà sala che cerca il proprio posto. Alcuni giocatori cominciano a passare il tempo nel modo migliore che conoscono, giocando, il che genera un senso di FOMO, da una parte giocatori che vogliono divertirsi, dall’altra qualcuno che teme che il round sia partito e che quindi debba giocare. Viene fatta presente la cosa a Kalle, che chiaramente vuole che i giocatori non si annoino, ma al tempo stesso fa un annuncio che puntualizza che in questo momento si sta giocando solo for fun. Poco dopo sembra che Spicerack sia di nuovo online, ma aspettiamo cautamente che vada tutto bene prima di ricreare il turno. “Ci siamo quasi, manca davvero poco, grazie per la pazienza.”

Il turno 6 viene generato, i giocatori migrano verso i loro tavoli, gli arbitri migrano verso le proprie zone e tutto sembra essere rientrato nella norma, e per una volta effettivamente è così! Gli ultimi tre turni scorrono lisci, attendiamo con ansia il turno 8, viene fatta stampare la classifica con la bolla, tutti i giocatori che stanno giocando per l’accesso al D2. Comodamente si trova tra il tavolo 33 ed il 115. Quello che va fatto in questo momento è concentrare gli arbitri in maniera omogenea in questa zona per intervenire tempestivamente in caso dovessero nascere situazioni spiacevoli, discorsi non permessi su concessioni in cambio di incentivi, lanci di dadi inopportuni e via dicendo.

Hey, ma quello è il traguardo!!

Sono le 20 passate, e che dire, abbiamo finito in orario. Ma judge, come puoi dire che avete finito in orario con un blocco di 50 minuti tra due turni?

E invece un arbitro non è mai in ritardo, né in anticipo, finisce precisamente quando intende farlo. Purtroppo però noi non siamo Gandalf, e non ci troviamo nella Contea, siamo effettivamente andati lunghi, la giornata è stata faticosa, ma totalmente appagante. Sono entusiasta del lavoro fatto, dell’esperienza incredibile che ho vissuto a fianco di persone con cui mi trovo davvero bene. Il focus non cala perché abbiamo “solo” fatto il D1, ma stasera si va a cena tutti insieme, ci si rilassa, si mangia bene, si beve meglio, e poi tutti carichi per il D2, una storia per un’altra volta.

[NdE: Siete curiosi di leggere un report di un Geddon del 2022 e vedere cos'è cambiato? Eccolo qua]

Credits

Autore: Daniele Arciero

Revisore: Piero Nicolli

Editor: Aruna Prem Bianzino

Photo: Brrchr - officina fotografica