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Dislessia e Magic
Articolo del 2-6-2017 a cura di Quintavalle Irene
Quintavalle Irene

Per la maggior parte delle persone leggere, scrivere e calcolare sono atti così semplici e automatici che risulta arduo comprendere le difficoltà di chi è dislessico.
Spesso quando il disturbo si manifesta nell'infanzia, i bambini vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come "è intelligente ma non si applica" e gli errori commessi vengono imputati a mancanza di studio o concentrazione. 
In realtà la dislessia è dovuta al diverso funzionamento delle reti neuronali e non è imputabile a un deficit cognitivo o di attenzione. Semplicemente, il cervello di un dislessico funziona in maniera diversa.
 
Questo comporta una serie di cose.
 
Ad esempio, la persona dislessica tenderà a stancarsi di più, poiché a parità di tempo impiegato a leggere e scrivere lo sforzo mentale richiesto sarà maggiore; col passare del tempo probabilmente questa stanchezza andrà a incidere sul rendimento e sulla qualità del lavoro.
Gli errori che possono essere commessi sono vari e diversi, e possono cambiare da persona a persona; costante è la difficoltà di decodificare un testo scritto, poi si possono avere problemi a leggere a voce alta, con parole che vengono omesse o frammentate, a volte addirittura sostituite—questo problema è conosciuto come fenomeno di anticipazione: la mente del dislessico si affatica così tanto nella lettura di un testo che il cervello preferisce tirare a indovinare le parole sulla base delle informazioni pregresse piuttosto che cercare di decodificarle, ed è una cosa su cui la persona non ha controllo, succede e basta—altri problemi analoghi possono non essere legati alla lettura, ma alla scrittura, al linguaggio, al calcolo e alla memorizzazione, ma anche all'orientamento. Un tipico problema delle persone dislessiche è confondere la destra con la sinistra e invertire l'ordine delle cose negli elenchi.
 
Sbagliare cose che sembrano così banali genera spesso nella persona che soffre di questo disturbo un senso di insicurezza nelle proprie capacità, soprattutto nell'infanzia; mentre crescendo, anche se si prende atto del problema, resta la difficoltà di comunicarlo ai propri pari.
 
A questo punto vi starete chiedendo cosa c'entri tutto questo con Magic. Bene, qui arriva la parte interessante. Si stima che in ogni classe di ogni scuola di ordine e grado ci sia almeno uno studente con dislessia. Questo vuol dire che con buona probabilità un torneo con venti persone rispecchi lo stesso campione. Di sicuro c'è almeno una persona dislessica in ogni torneo dove sono presente io. Scrivo questo articolo in prima persona riferendomi alle mie esperienze, ma quello che riporto è valido per tutte le persone che come me hanno problemi di dislessia. Si usa spesso come battuta, magari quando ci si impappina su qualche termine, così la parola è diventata abusata e il problema non viene considerato col giusto peso.
 
Come dislessica ho incontrato spesso problemi giocando e arbitrando tornei. Il primo, enorme, scoglio di sicuro è la modalità dell'esame da judge. Un dislessico ha bisogno di più tempo per decodificare un testo e avrebbe bisogno di un supporto grafico: alla luce di questo, i test online di pratica con le carte in formato solo testo sono stati un vero incubo. Sentendo l'ansia per un fallimento imminente (non riuscivo ad arrivare mai oltre la metà) smettevo di farli. L'unico modo per fare pratica è stata fregarsene degli alberi e stampare tutto. 
Le risposte a crocette, di nuovo, erano un problema: spesso non vedevo la differenza tra una risposta e l'altra. Ma non perché non capivo le sottigliezze tra le risposte simili. No, per me le risposte erano visivamente identiche. L'unica soluzione era cancellare le parole finché non trovavo la differenza.
 
Ogni tanto sento dire di non valutare l'intelligenza di un pesce in base alla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi. Quando preparavo l'esame mi sentivo esattamente così, un pesce che cerca di arrampicarsi su un albero. 
Sentirsi dire cose come "Maddai, sei preparata, le cose le sai, è facile!" non aiuta.
Noi sbagliamo anche le cose su cui siamo preparati, noi sbagliamo anche quello che sappiamo, sbagliamo anche le cose facili.
Per questo è così frustrante e diventiamo reticenti, per questo è importante capire il problema.
 
Altro scoglio che ho incontrato sono i deck check. Leggere la calligrafia di qualcun altro è un tormento difficilmente spiegabile. Le liste in generale sono un incubo perché non abbiamo molto definito un concetto spaziale, quindi facciamo confusione andando a capo. E le liste sono una serie di a capo, confondersi è un attimo.
Sto ancora cercando di capire quale sia il modo più efficace per me di fare deck check, e non l'ho ancora trovato. Rispetto agli altri judge con cui ho lavorato sono molto più lenta. Di sicuro quando si fa un deck check a due giocatori io voglio poter scegliere la lista scritta al computer o, se sono entrambe scritte a mano, voglio quella che ritengo più leggibile. Non è un capriccio, è sopravvivenza.
Quello che assolutamente non deve essere fatto è impormi qualche nuovo rivoluzionario metodo di fare deck check implementato in Alberta al GP Conspiracy, tutto questo mentre mi siedo al tavolo col mazzo del giocatore in mano. Questo è il modo migliore per mandarmi completamente nel caos, fare un casino assurdo, dare fuoco al side, mangiare quattro terre e piantare una penna nella mano del mio collega judge (scherzo, non mangerei mai quattro terre).
Seriamente. Apprezzo chi si impegna per aiutarmi a migliorare questi miei problemi, ma ci sono modi e tempi. Quando sono sotto pressione non posso cambiare drasticamente la mia routine, è già complicato così com'è. Sfruttate un tempo morto del torneo, magari usando un vostro mazzo o quello di qualche giocatore che ha finito il turno.
Soprattutto, se impiego un paio di minuti in più a completare un deck check non fate pesare il mio problema coi giocatori. "Scusate, il deck check è stato un po' lungo perché lei è dislessica" è una mortificazione unica. Inoltre, considerato quanto detto in precedenza sul fatto che un dislessico tende a stancarsi prima e a diventare meno efficiente, non è consigliabile far fare i deck check a chi soffre di tale problema dopo un certo punto della giornata. Non è nemmeno corretto estromettere in toto i judge dislessici da questa mansione: vogliamo migliorarci e imparare come tutti. Semplicemente, il momento migliore per metterci in condizione di lavorare adeguatamente è quando siamo più freschi, quindi nei primi turni dell'evento.
 
Altra cosa da evitare sono i quizzoni a bruciapelo. Quando mi chiamano al tavolo ho tempo per arrivare, vedere le carte, parlare coi giocatori, fare domande, capire la situazione e rispondere. Se passo per la sala e un collega mi dice con aria giuliva "Che succede quando X e Y e poi Z?" perché è l'ultimo ritrovato in fatto di corner case, probabilmente lo guardo con la faccia di chi non capisce niente, perché non sto capendo niente. Io le carte le devo avere sotto il naso. Ricordate? Problemi con la memorizzazione. Non riesco assolutamente a ricordare cosa fanno le carte che mi state dicendo, nemmeno per quel breve frangente in cui ne stiamo parlando. Se insistete mi costringerete ad uno sforzo mentale pauroso, e non per qualcosa che serve al torneo, ma per un vostro diletto. Per favore, non fatelo. Se non rispondo o rispondo male mi aspettano ansia da prestazione e vergogna per la brutta figura. Non ne ho bisogno, la mia concentrazione serve ai giocatori. Ne riparliamo a cena, magari. Con le carte sotto il naso e la pancia piena.
 
Come giocatrice ho avuto altri problemi, principalmente legati alla lettura dei pairing. Mi è capitato di sedermi al tavolo sbagliato ad un GP perché ho invertito la cifra centrale del numero del mio tavolo. Per fortuna il turno non era ancora iniziato, il mio avversario si aspettava di giocare contro un maschio ed è stato corretto. Ho chiamato il judge che mi ha accompagnata prima a controllare i pairing e poi al tavolo giusto per evitare che prendessi penalità.
 
A volte ho trovato difficile orientarmi con la numerazione dei tavoli in eventi grandi, e questo può essere un problema sia come judge che come giocatore.
 
Listare per il limited è faticoso. Continuo a sperare che lascino perdere la lista per nome e si usi il collector number, ma le liste di Amonkhet con i numeri in ordine sparso davanti al nome delle carte in ordine alfabetico servono solo a confondermi ulteriormente.
 
E questo è quanto. Ci sarebbe molto altro da dire, ma mi fermo qui. 
Ci sono piccoli accorgimenti che possono essere presi e piccole precauzioni per rendere l'ambiente di gioco più inclusivo. Per chiunque fosse interessato, volesse sapere qualche cosa di più sui miei mini hack da torneo o altro, resto a disposizione. Spero di esservi stata utile!