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Report 2016 - Nebraska's War III
Articolo del 8-1-2016 a cura di Ventura Alessandro
Ventura Alessandro


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Buon anno a tutti! Il report di oggi viene dritto dritto da un super torneo multigiornata tutto italiano. Ringraziamo Alessandro che ha condiviso questa esperienza unica con noi: leggete fino alla fine, ne vale davvero la pena!

Come sempre per raccomandarci un report da pubblicare, contribuire direttamente con un vostro torneo, o semplicemente darci consigli per la sezione, non esitate a contattarci!

Will & Mike


 

Report 2016 - Nebraska's War III

 

 

Ciao a tutti, volevo condividere con voi l’esperienza che ho vissuto al Nebraska!

Sono L1 da poco più di un anno, vivo a Vicenza, ma sono originario di Prato.
Questo è stato il mio primo evento in terra Toscana, ho approfittato quindi il venerdì sera per incontrare la mia famiglia e dormire un po’ più vicino al torneo, in modo da farmi solo 45 minuti di macchina (invece che 3 e mezzo) prima di una giornata che immaginavo assai lunga.

 

Fase 1: Che ci faccio qui?


Un po’ intimorito sono quindi arrivato alla location (meravigliosa) con un buon margine di tempo prima della riunione prevista per le ore 9, così da prendere un po’ di confidenza con gli spazi e non perdermi subito. Non conoscevo praticamente nessuno dello staff arbitrale se non di vista grazie alla conference a cui ho partecipato qualche mese fa e non essendo io una persona che rompe il ghiaccio facilmente, il primo impatto con molti arbitri a me “sconosciuti” non è mai semplicissimo.
Ho incontrato per primo Hawana (Andrea) il quale mi ha fatto subito sentire come a casa e indicato dove ci saremmo ritrovati; sempre timidamente, dopo le presentazioni di rito, mi sono seduto pronto ad ascoltare il briefing di Lamberto e Jacopo. Ci hanno presentato i team leader e, poiché eravamo un numero consistente di L1, riepilogato rapidamente gli incarichi di ogni team. Con mia sorpresa non mi hanno assegnato a nessun team, anzi a dire il vero nessuno, a parte i team leader, è stato assegnato a un qualche team. Potevo chiedere, farmi spiegare, ma, come detto, ero un po’ intimorito e il pensiero principale che mi frullava in testa era “Ale, mi raccomando, non fare figuracce”, perciò mi son detto: “Boh qualcuno mi dirà cosa fare. Spero."

 

Fase 2: Scusa, che ci faccio qui?


Dopo aver gestito la fila che si stava creando al banco delle iscrizioni il mio torneo del sabato è iniziato e nella mia testa pensavo ancora “sì vabbeh, ma ora che volete da me?”. Ed ero ancora in attesa che qualcuno mi dicesse cosa fare, quando finalmente il buon Luca, probabilmente vedendomi spaesato, mi ha spiegato cosa ci si aspettava da me: comunicare di momento in momento con i vari team leader, mettersi a disposizione una volta finito un compito. Nessuno era affidato specificatamente ad un team, ma tutti di volta in volta riferivano ai team leader così che questi potessero contare su tutti gli arbitri a disposizione. Tutto improvvisamente mi è diventato chiaro e semplice, le parti del briefing che mi erano rimaste oscure si sono illuminate immediatamente, tutto ha acquisito un senso e da quel momento in poi per me è stato facile muovermi all’interno del torneo. Mi direte, potevi chiedere di chiarire le parti che non avevi capito al momento del briefing, a quello serve! Sì, vero, errore mio: sbagliando si impara, ma non avevo proprio considerato che un torneo potesse essere gestito in modo diverso da quello a cui ero abituato.

 

Fase 3: Rimbocchiamoci le maniche


Mi sono quindi inventato una scaletta mentale, in ordine di priorità:

  1. Ogni volta che passi per i tavoli, ma soprattutto tra fine e inizio turno, controlla e togli la sporcizia
  2. Appena pronti i pairings fatti vedere dal paper se ha necessità che tu vada ad attaccarli
  3. Se non sei ad attaccare pairings fatti vedere dal deck check per sapere se ha bisogno di te per prendere delle liste/mazzi
  4. Se non sei dal paper/deck check fatti vedere alla logistica e chiedi quale parte di sala vuole che tu copra
  5. A 10 minuti dalla fine del turno, prima di andare a renderti disponibile per le procedure di fine turno, fatti il giro largo da fuori e vedi se sono stati tolti i pairings del turno in corso. Se li togli, avvisa il paper.
  6. Vai alla judge station e chiedi all’EOR che tavoli vuole che siano controllati.

Tra un punto e l’altro c’è sempre impicito il comando "BEVI" (e mangia... che è gratis!), dettaglio che col passare del tempo si è rivelato fondamentale per rimanere fisicamente e mentalmente pronto.
Non so se questa scaletta sia la migliore per l’occasione, ma è quella che mi è venuta naturale da seguire una volta capito il meccanismo di cui facevo parte.

Da qui in poi per me il torneo è stato in discesa, sapevo cosa fare e come rendermi utile al team arbitrale. A sera ero morto di stanchezza, ma felice di aver imparato un nuovo modo di condurre un torneo. Avrei voluto seguire la discussione dei miei compagni di stanza sull’investigation che avevano condotto, ma ero così stanco che il mio cervello si è spento rifiutandosi di fare qualunque ulteriore sforzo.

 

Fase 4: Day 2 - Ormai so tutto


La domenica, svegliato da un’accesa discussione (per una partita di Magic, ovviamente), ci siamo recati dopo una ricca colazione nuovamente alla location, pronti per il secondo giorno di torneo.
Dopo il briefing, nel quale mi sono preoccupato principalmente di capire bene chi fossero i team leader in modo da applicare la mia ormai rodata scaletta mentale, il torneo è iniziato e grazie alla lezione del giorno precedente tutto mi è stato molto più semplice.

Sottolineare ai vari team leader quello che facevo non era finalizzato a mettersi in mostra, a fare a gara di task svolti di fronte agli altri L1, ma era funzionale al procedere del torneo. Nel giorno precedente non avevo comunicato bene con i team leader, soprattutto nei primi turni, proprio perché non avevo capito quanto fosse importante questo tipo di atteggiamento, ma adesso era chiaro ed ero preparatissimo.

 

Fase 5: Ma... ma... ma io...


Eppure a metà torneo sono stato dirottato nel torneo old school a dare una mano al mio amico Francesco (l’unico judge con cui avevo arbitrato prima di questo evento).
Ammetto, qui sulla pubblica piazza, che sul momento non l’ho presa bene. L’ho vissuta un po’ come una punizione: “ma come??? Mi son fatto tutta questa strada, offerto volontario, il tutto per arbitrare un evento da 300+ persone con tutto un team di judge per imparare come si fa e mi ritrovo in una stanzetta ad arbitrare un torneino da 50 persone, senza che io ci capisca nulla di old school!?”. Mi vergogno un po’ ma sono effettivamente i primi pensieri che mi son passati per la testa e li voglio condividere con voi... perché da questi ho imparato un’altra grande lezione.

 

Fase 6: Illuminazione


Punto primo: mi sono divertito da matti! Più passava il tempo e più io e Francesco ci ammazzavamo dalle risate. Ho imparato un altro aspetto, un’altra caratteristica, che un arbitro deve avere, ossia il capire che tipo di torneo stiamo arbitrando e cosa offrire ai giocatori per far vivere loro un’esperienza realmente significativa. In questo Francesco è stato un maestro.

Punto secondo: la mia presenza in quella sala non era affatto inutile! A livello di regole e intervento al tavolo ero impacciatissimo, i giocatori mi chiedevano di danni in pila e amenità simili di cui da sempre ignoro l’esistenza (arbitro da 1 anno e giocatore da 2), ma per quello c’era sempre il buon Francesco a cui potevo rivolgermi per chiarimenti - come ad esempio che no, non usavamo i danni in pila! Il mio ruolo però è stato utile nell’alleggerire il carico che gravava sul mio collega, impossibile da sostenere da solo, offrendomi ad esempio di interagire con lo scorekeeper, o per i rifornimenti di cibo e acqua. Insomma se non ci fossi stato Francesco avrebbe dovuto fare tutto da solo, abbandonando i giocatori nella saletta (offrendo quindi un pessimo servizio) e si sarebbe pure distrutto dalla fatica. Perciò doppia lezione imparata: non ci sono giocatori di serie A e serie B, e se ti mandano a fare una cosa non è mai per punizione, ma perché realmente c’è bisogno di te lì. Ci ho messo un po’ di tempo per capirlo, un paio di turni di old school per dirla tutta, ma alla fine l’ho capito e ne sono molto felice.

 

Fase 7: Quand'è il prossimo?!?


Insomma anche la domenica è arrivata al termine, ho ricevuto molti feedback a fine torneo, altra pratica cui non sono abituato (e per forza, come L1 arbitro quasi sempre da solo, non posso mica mettermi davanti ad uno specchio e darmi le pacche sulle spalle...), pratica che ho trovato veramente molto utile e che mi ripropongo di attuare d’ora in poi.

Il mio report finisce qua, spero di non avervi ammorbato troppo, ringrazio tutti gli arbitri che ho conosciuto, anche quelli che non ho citato nel mio racconto (Matteo George Andrea Danilo Renato Giulio Riccardo Nicodemo David e Francesco), poiché, veramente, da ognuno di voi ho imparato qualcosa di nuovo.
Propositi per i prossimi tornei di questo tipo? PARLARE, PARLARE, PARLARE!

Grazie dell'attenzione, ci vediamo presto!
-Alessandro