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How not to disqualify a player (traduzione)
Articolo del 10-2-2012 a cura di Tonazzo Matteo
Tonazzo Matteo

Tag: Investigation REL Competitive arbitrare best practices report squalifica DQ

di Sam Straus, L3 USA e Eric Shukan, L3 USA


Le investigation sono un lavoro complicato. Senza il talento naturale o un allenamento specifico, può essere davvero difficile sapere quale sia la mossa successiva. Lo scopo di questo articolo è fornire delle linee generali su come fare un’investigation e su cosa un arbitro dovrebbe tenere a mente. Per questo articolo useremo esempi tratti da un’investigation fatta durante i Nazionali USA del 2010.

Le investigation iniziano con un evento scatenante, che può essere una semplice chiamata per il regolamento, dove sembra che qualcosa non vada per il verso giusto, oppure quando un giocatore dice che il suo avversario sta barando.

Esempio: All’inizio del secondo turno della porzione draft di un evento, stavo restituendo una lista con un pool di carte registrato in maniera errata (38 al posto di 42). Appena mi sono avvicinato al tavolo in cui c’era il giocatore in questione, ho visto entrambi i giocatori che stavano mischiando i loro mazzi in preparazione alla loro prima partita. Ho preso da parte il giocatore e lo ho informato che c’era un problema con la sua lista che andava corretto; a quel punto lui mi ha informato che aveva bisogno di  de-sidare. Io ho pensato che questa fosse una cosa strana da dover fare, dato che lui stava già mescolando ed era solo la prima partita dell’ incontro, ma poichè  il mazzo non era ancora stato presentato, non era stata commessa nessuna infrazione. Ho preso nota di quali carte toglieva mentre de-sidava, ho proceduto a correggere gli errori sulla lista e ho dato la Partita Persa come penalità.

La maggior parte delle volte, è meglio non lasciare che un giocatore sappia che si sospetti che qualcosa non vada, cosicché agiscano come avrebbero fatto mentre investigate. Se questa è una potenziale investigazione con DQ, il Capo Arbitro dovrebbe essere informato al più presto, non appena venga identificata una qualche possibilità. Nell’esempio seguente, l’arbitro non fa subito ciò, perdendo tempo prezioso.

Esempio: Dopo che la penalità per lista errata era stata assegnata e il giocatore era ritornato alla sua partita, io mi sono avvicinato ad uno dei leader del team per il Deck Check e lo ho informato che sentivo che qualcosa non andava e che il giocatore in questione sarebbe dovuto diventare il bersaglio di un deck check all’inizio del prossimo turno. Pochi minuti dopo stavo parlando con il Capo Arbitro Eric Shukan e gli ho menzionato cosa era accaduto. Poiché nessuno di noi era occupato, lui suggerì di chiedere all’avversario del turno 1 di quel giocatore se egli avesse visto qualcuna delle carte del suo sideboard. All’ inizio mi ero opposto, ritenendo ciò un inutile spreco di tempo. Eric mi convinse altrimenti, focalizzandosi sul fatto che non eravamo occupati e che un maggior numero di informazioni è sempre un vantaggio in qualunque investigation. Lo Scorekeeper ci informò che quel giocatore aveva avuto un bye nel turno precedente. Allora perché aveva avuto bisogno di de-sidare dopo che gli avevamo chiesto di vedere il suo  mazzo? Ora avevamo un problema.

Ci sono momenti durante un’investigazione in cui la conclusione sembra ovvia, ma è sempre meglio raccogliere più informazioni possibili. La cosa più importante è ricordare che il compito di un arbitro è di scoprire la verità. Le indagini dovrebbero esplorare sia le strade che discolpano un giocatore, sia quelle che lo squalificano. Raramente gli arbitri hanno una prova solida del fatto che un giocatore abbia barato. La maggior parte sono prove circostanziali, e gli arbitri devono valutare e usare la propria esperienza, sia da giocatore che da arbitro, per determinare ciò che è davvero accaduto.

Esempio: Dopo che abbiamo scoperto che il giocatore non aveva giocato nel turno precedente a quello in cui aveva richiesto di de-sidare, lo abbiamo chiamato e Eric gli ha fatto qualche domanda. Il giocatore rispose ad Eric in maniera contraddittoria e sembrava nervoso. Il linguaggio del suo corpo suggeriva che stesse inventando una spiegazione sul momento. Eric e io ci scambiammo degli sguardi durante il colloquio con il giocatore. Entrambi stavamo pensando che adesso avevamo un grande problema.

Tempo permettendo, gli arbitri dovrebbero sempre portare avanti ogni ragionevole metodo investigativo, anche quando si è già sicuri del risultato. E’ incredibile come un piccolo dettaglio possa farti cambiare completamente idea.

Esempio: Il colloquio aveva portato oramai molto vicino Eric alla squalifica di quel giocatore. Comunque il giocatore aveva affermato - dopo un suggerimento evidente di Eric - che aveva fatto alcune partite di prova con un amico. Eric decise di chiamare questo amico e fargli qualche domanda. Fu un po’ problematico: all’inizio il giocatore non ricordava né il nome, né il cognome dell’amico. Quando, finalmente, ci diede il suo nome, sembrava che lo avesse inventato sul momento. In ogni caso riuscimmo a trovare questo amico, assicurandoci che i due non avessero alcun modo di parlare prima che Eric non gli avesse fatto qualche domanda.

Quando si fanno delle domande ad un giocatore, l’arbitro dovrebbe porre domande con risposte che già conosce. Le reazione del giocatore a queste domande darà all’arbitro una comprensione migliore sull’affidabilità di quel giocatore.

Dopo queste domande iniziali, l’arbitro dovrebbe spostarsi lentamente verso ciò che non conosce. Gli arbitri dovrebbero fare domande aperte, quando possibile: lasciando che il giocatore fornisca dettagli sulla situazione, sollecitandolo quando non li fornisce di sua spontanea volontà. L’arbitro che investiga dovrebbe evitare, durante le domande, di usare un tono aggressivo nei confronti del giocatore. Più il giocatore è tranquillo, più fornirà informazioni utili. Spesso può essere vantaggioso per un arbitro fare domande irrilevanti, per mettere a proprio agio il giocatore, cosicché venga sorpreso dalle domande importanti e abbia poco tempo per inventare risposte (Questa è la strategia preferita di Eric, in particolare in situazioni particolarmente serie). Alcune di queste domande fuorvianti possono avere un doppio ruolo, come metodo per valutare l’esperienza di torneo del giocatore.

Esempio: L’amico del giocatore era il suo completo opposto durante il colloquio. L’amico era in grado di rispondere velocemente e con dovizia di dettagli. Avevano giocato ad un paio di tavoli alla sinistra del chiosco degli snack, avevano giocato 3 partite e nella prima aveva usato la sideboard. L’amico ricordò con divertimento quella sidata. Disse “Ho visto [carta sidata] che mi ha completamente devastato”, e descrisse uno stato di gioco avanzato e una sequenza di mosse rovinose. Siamo passati dall’essere abbastanza certi che un giocatore aveva barato a essere completamente certi che non lo aveva fatto. Che cambiamento!

Ci sono molti punti durante un’investigazione in cui l’arbitro che fa l’investigation è tentato di chiudere e di emettere una sentenza. Facendo questo prematuramente si può arrivare alla conclusione sbagliata (o, forse, alla giusta conclusione per la ragione sbagliata). Le investigation possono portare via un po’ di tempo, che deve essere bilanciato rispetto ai normali compiti da svolgere durante un evento. Gli arbitri devono trovare il giusto bilanciamento tra il tempo speso nelle investigation rispetto a quello che richiede normalmente un torneo.

La cosa più importante da imparare dall’esperienza nell’esempio è che gli arbitri devono esplorare le strade che aiutano i giocatori a provare la loro innocenza in maniera tanto approfondita quanto quelle che possono condurli alla squalifica. Mentre fa questo, un arbitro dovrebbe tenere sempre la mente aperta. Durante le investigation, gli arbitri dovrebbero chiedersi: ”Quale ragione potrebbe avere il giocatore per fare X?”. La risposta, o la mancanza di questa, ha un impatto importante sulla direzione e sulla conclusione dell’investigazione.
 



Traduzione: Matteo Tonazzo
Revisione: Donato Del Giudice e Fabio Ivona

Articolo originale qui