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The Road to L1 (traduzione)
Articolo del 17-5-2010 a cura di Tiddi William
Tiddi William

 

Mariano Lahoz, L1 Argentina
 
 
Prima di tutto, mi presento. Mi chiamo Mariano Lahoz e attualmente sono judge L1 da tre mesi e organizzatore da circa tre anni. Vivo a Neuquen, Argentina. In questo articolo vi racconterò la mia esperienza per diventare Judge L1 certificato, in cui ho dovuto sostenere tre volte l’esame prima di raggiungere il mio obiettivo.
 
È cominciato tutto un anno fa, quando decisi di smettere di essere solo un organizzatore e diventare un judge. Iniziai informandomi sul percorso che andava seguito e su ciò di cui avevo bisogno per riuscirci. Scoperti i “requisiti”, inziai stampando le regole e studiando freneticamente. Lessi più volte le Comprehensive Rules, le MTR, e le IPG che avevo scaricato dal DCI Document Center. Dal momento che non c’erano judges certificati nella mia zona, decisi di imparare tutto da solo, cercando di risolvere ogni situazione di gioco riflettendo sul modo migliore per gestirle. Dopodichè, la prima occasione per il test arrivò a Novembre 2008 col PTQ Kyoto a Buenos Aires: ne contattai il TO, Juan del Compare (potete vedere qual è il vostro o quello in qualsiasi regione a scelta usando il Tournament Locator) per sapere se era possibile fare il test lì e rapidamente mi girò il contatto e-mail di un L2 che mi poteva testare, Adrian Estoup.
 
Attraverso le domande via Gtalk e e-mail, dimostravo una buona conoscenza delle regole. Così, avuta la conferma, presi i biglietti, prenotai un albergo, e continuai a leggere e rileggere. Quando il giorno arrivò, andai a Buenos Aires. Per l’evento fui assegnato al team deck-check (Wow! Ci sono dei team nei tornei grandi! - Questo è stato il primo grande evento a cui ho partecipato, sia da judge sia da player) con Alejandro Raggio come team leader e Adrian Estoup come compagno di team. Mentre passavano i round, io continuavo a rispondere sia alle domande fattemi dai giocatori sia a quelle più infide poste dai judge per vedere se ero all’altezza (dubbi classici, come il modo di uccidere un avversario con un Mogg Fanatic). Era giunta l’ora della Top 8 e quindi, ovviamente, del booster draft per il volo per Kyoto. Emozionato, andai a vedere il tavolo diretto da Andres Moro. Osservai come draftavano, aiutai togliendo i pacchetti scartati, e guardai la costruzione dei deck finchè, all’improvviso, Adrian venne e mi disse: “È il momento del test”. La tensione salì del 200%. Mi assegnarono un posto; Adrian mi spiegò su cosa verteva l’esame, qual’era il punteggio minimo per passarlo (70%), e mi augurò buona fortuna. Mentre facevo l’esame, nervoso come pochi, cercai di concentrarmi il più possibile.
 
Quando finii l’esame, lo ricontrollai da capo e lo diedi a Adrian. Dopodichè, andai a vedere le finali. Il tempo passava e proprio quando mi stavo rilassando, Adrian venne a chiamarmi. Mi disse di essere molto sorpreso dell’esame dal momento che, mentre durante il torneo e nelle domande di cui avevamo discusso online non avevo mostrato problemi, il mio risultato finale era stato 54%. Molto delusi, ricontrollammo l’esame assieme, dove individuammo un po’ di problemi con la pila e altri riguardo le IPG. Adrian chiamò Damian Hiller, e insieme mi spiegarono i problemi, sciolsero alcuni che avevo, e mi invitarono a continuare l’impegno con la stessa energia, che non ero né il primo né l’ultimo a fallire al primo tentativo. Quando il torneo finì, tornai all’albergo e, il giorno dopo, alla mia vita di sempre.
 
Superata la mia rabbia-post-esame, decisi di riprovarci. Feci passare un po’ di mesi, in cui continuai a leggere e rileggere le rules, e quando arrivò Aprile 2009, ebbi un'altra chance di provarci; questa volta a un NCQ che stavo organizzando. Cercai un judge che potesse contemporaneamente gestire l’evento e esaminarmi, e trovai Gustavo Montangie (L3). Gustavo accettò, senza problemi, di venire e fare sia l’head judge dell’evento sia di valutarmi, e diede un’occhiata al feedback che Adrien mi aveva lasciato dopo il PTQ. Il giorno del torneo arrivò, tutto filava liscio a meraviglia senza grossi problemi. Quando arrivò il momento dell’esame, mi sentivo solo un po’ più nervoso della volta scorsa ma fallii ancora; questa volta ottenni un punteggio molto simile (56%) nonostante fosse un esame decisamente diverso dal precedente. In questo esame mostrai una solida conoscenza delle regole del gioco ma sbagliai tutto ciò che era legato a MTR e IPG. Dopo l’evento parlai con Gustavo per almeno un’ora, ripassando sopra tutti i miei errori; la mia delusione era enorme.
 
Dopo aver fallito la seconda volta, continuai a sanzionare eventi settimanalmente e ogni Prerelease, continuando nel contempo la lettura di Comprehensive Rules, MTR e IPG.
 
Arrivò così Ottobre 2009 e i PTQ di Argentina e Cile furono annunciati (per la cronaca, uno strumento fantastico per scoprire le date di molti tornei è il già menzionato Tournament Locator). C’erano tre PTQ nell’arco di un mese. Parlai con gli organizzatori di ciascuna nazione: da un lato delle montagne, il cileno Jorge Peñailillo mi offrì una camera dove stare (che alla fine furono una camera, cibo, trasporto, e una valanga di conversazioni con cui mi trasmise moltissima esperienza). Dall’altro lato, parlai di nuovo con Juan del Compare per i PTQ in Argentina. Le date erano 7 Novembre in Argentina, 14 Novembre in Cile e 12 Dicembre di nuovo in Argentina. Con così tanti PTQ così vicini, decisi di fare un mini-tour per partecipare in tutti i premiere events disponibili.
 
Settimane prima del primo PTQ, ho cominciato a studiare ancora più duramente e a sciogliere tutti i miei dubbi (un sentito grazie a Adrian Estoup e Damián Hiller per aver risposto a tutto!). Non solo ho risolto tutti i miei dubbi ma ho anche ricevuto una lista efficace di consigli per riuscire a fare un buono scritto. (N.d.E.: Per leggere questi e altri consigli su come fare il test, scorrete fino al fondo dell’articolo).
 
Una settimana prima del primo PTQ (7/11), ho iniziato a cercare il judge L2+ che potesse testarmi durante il PTQ e, questa volta, era Franco Bonazza. Come era già successo con Adrian, Franco mi ha riempito di domande via Gtalk e e-mail.
 
Quando il giorno del PTQ è arrivato, ci siamo ritrovati con un numero enorme di partecipanti e nonostante questo abbiamo tenuto un buon evento. Ho imparato un sacco di roba nuova, soprattutto relativa al lavoro in un grande evento (194 giocatori). Sono stato assegnato al team paper, che anche se può sembrare un compito semplice, è molto impegnativo. Gestire e far sì che ogni giocatore riceva la sua slip, appendere i parings e gli standings: richiede tempo ma rende il torneo più organizzato e aiuta i giocatori a sapere dove trovare tutte le informazioni necessarie riguardo il torneo, e permette allo scorekeeper di ricevere i risultati finali di ciascun match in maniera semplice e chiara.
 
Quando il momento del test è giunto, Franco mi ha convocato, mi ha comunicato tutto ciò che dovevo sapere prima dell’esame: il punteggio richiesto, cosa potevo e non potevo fare (cose che già sapevo, essendo il mio terzo tentativo). Franco mi ha lasciato da solo e io ho cominciato il mio esame, applicando i suggerimenti che Damian mi aveva dato in precedenza. Una volta finito il mio esame, ho avvertito Franco e sono andato a guardare i restanti match della Top8. Ero davvero rilassato e fiducioso del mio esame dato che avevo davvero studiato molto e fatto il test molto tranquillamente. Franco mi ha chiamato e mi ha detto che ero passato con l’82%. Abbiamo rivisto gli errori e poi ho fatto una breve chiacchierata in cui Juan del Compare si è unito a noi. Si sono congratulati con me e abbiamo parlato un po’ della comunità arbitrale e cosa significa essere un judge certificato. Felice del mio esame, sono andato a dormire e, il giorno seguente, sono tornato alla mia vita di sempre. Il mio obiettivo era stato raggiunto, ero stato certificato judge L1.
 
Così, diventato L1 e con i biglietti già pronti, ho continuato il mio viaggio e sono andato in cile per il PTQ San Diego, ossia il mio primo torneo da judge certificato. Sono arrivato un giorno prima a Santiago del Cile e sono andato a un negozio di fumetti per ammazzare il tempo finchè Jorge Peñailillo non finiva di lavorare. Siamo andati fuori a cena e poi a riposarci, non senza fare una lunga chiacchierata in cui mi ha raccontato dei suoi viaggi e dei GP e dei PT a cui era andato. Dopo un’oretta o due di conversazione, in cui mi ha reso partecipe della sua esperienza, siamo andati a dormire dato che era già tardi e quella successiva sarebbe stata una lunga giornata. Il giorno seguente ci siamo alzati presto e ci siamo recati alla sede del torneo dove i membri dello staff stavano già arrivando. Ho speso un po’ del tempo a disposizione per conoscere la comunità Cilena. Poi il torneo è iniziato. In generale, non abbiamo riscontrato grossi problemi: 81 persone hanno partecipato al torneo, molte meno del precedente PTQ a Buenos Aires. Nei discorsi del giorno prima con Jorge, era uscita la mia idea di diventare L2 un giorno, dato che sono molto interessato a certificare nuovi judge e far crescere la comunità degli arbitri dove vivo. Per questo, mi ha chiesto, come compito particolare, di fare shadowing a un L0 che voleva diventare certificato e stava facendo pratica al torneo. È stata davvero una bella esperienza per la quale ringrazio davvero di cuore Jorge per la fiducia datami. Dopo l’evento, tutti noi judge siamo andati fuori a cena e abbiamo fatto un riepilogo post-evento; è stata un’occasione piacevole, dopo la quale siamo andati a dormire. Il giorno dopo, mi sono alzato e ho fatto colazione e mi sono messo a parlare con Jorge delle mie esperienze del giorno precedente e delle mie opinioni sul torneo, e poi ho ripreso la mia strada verso casa. Nel complesso è stata una fantastica esperienza, attraversare le montagne verso un Paese vicino per arbitrare e venire così ben accolto da tutti lì. Mi ha fatto davvero piacere e devo ringraziare tutti gli arbitri a Santiago del Cile che sono stati davvero incoraggianti e mi hanno mostrato quanto siano affiatati gli arbitri tra loro, non importa da dove provengano.
 
Una volta tornato a casa, ho continuato a tenere i miei  tornei settimanali. In uno di essi, alcuni giocatori locali si sono congratulati con me per il mio avanzamento e mi hanno fatto notare che avere un judge certificato nell’area aveva fatto passare al livello superiore anche i tornei: rendeva più fiduciosi nel venire a chiedere dei dubbi, e iniziava inoltre a far interessare un po’ di gente a conoscere meglio le regole. Non posso che esserne lieto.
 
Quando è arrivato Dicembre, essendoci il PTQ a Buenos Aires in vista ho fatto domanda per l’evento e Juan ha accettato la mia richiesta per far parte dello staff. Ho comprato i biglietti e sono partito per il viaggio assieme a un amico che invece doveva giocare. Sono arrivato al torneo un po’ tardi a causa di alcuni problemi per l’alloggio e il trasporto ma ho iniziato ad aiutare gli altri arbitri appena arrivato dato che stavano già sistemando la sala. Questa volta, ero assegnato al team paper con Alejandro Raggio come team leader. Dal momento che i team erano già stati assegnati in precedenza da Damian, avevamo deciso di fare la piccola riunione di team il giorno prima elettronicamente. Questo ha aiutato non poco dato che abbiamo potuto iniziare a lavorare da subito mentre gli altri erano ancora “in riunione”. Quando tutto è stato pronto per far entrare i giocatori,  sono finalmente riuscito a presentarmi agli altri arbitri, e a trovare Adrian e Damian, i miei due mentori che si sono congratulati con me per l’esame. Il torneo ha avuto 166 giocatori, un po’ meno del primo PTQ. Abbiamo avuto un totale di sette judge, con Damian Hiller come HJ, Juan del Compare leader del team deck check con Facundo Gamero, Adrian Estoup e David Kalisky (un judge cileno) nel team, e Alejandro e io al paper a completare lo staff arbitrale. Il torneo è andato piuttosto bene, nonostante sia finito piuttosto tardi a causa dell’elevato numero giocatori. Non ci sono stati ritardi sostanziosi, ma con così tante persone andavano disputati molti round.
 
Così, ho concluso il mio quarto PTQ e sicuramente ne farò altri. L’esperienza che accumuli in questo tipo di eventi è incredibile e, se quello che ci piace è arbitrare, queste sono opportunità perfette. Spero un giorno di riuscire ad esserci a un GP e - perché no, a un PT.
 
Per cominciare a chiudere quest’articolo, lasciatevi dare un po’ di suggerimenti e consigli raccolti durante la mia esperienza nel diventare judge certificato.
 
Per il mio primo tentativo, avevo studiato, letto tutte le regole del gioco, le MTR, e le IPG. Qual è stata la differenza essenziale tra il primo e il terzo tentativo?
 
Per cominciare, nei miei primi due tentativi avevo fatto il test in inglese e più volte avevo avuto problemi con l’interpretazione delle domande, mentre la terza volta, l’ho fatto in spagnolo, ossia la mia lingua madre. Inizialmente avevo provato l'inglese dato che tutte le regole e la maggior parte delle fonti sono in questa lingua e avevo pensato fosse meglio fare il test nella stessa lingua in cui avevo studiato, ma questo può essere un grande problema al momento di sostenere l’esame se non si è abituati a leggere con attenzione in inglese: se non sei ben concentrato, puoi sbagliare qualche interpretazione e rispondere male. Ricordo di aver saltato un “not” in alcune domande e aver sbagliato per quel motivo. Uno degli scopi dell’esame scritto è di vedere quanto ci concentriamo quando dobbiamo rispondere alle domande e se siamo in grado di capire la situazione che ci viene presentata. Se facciamo errori del genere, dimostriamo di non essere concentrati a sufficienza.
 
Oltre a leggere le regole, dato che è un esame complesso, dobbiamo fare di più: è necessaria una conoscenza più approfondita. Dobbiamo sapere nei dettagli come funzionano le cose e non solo le semplici conclusioni. È sempre buona norma, quando leggiamo le regole, pensare a situazioni in cui esse vengono applicate in una partita reale.
 
Se la vostra intenzione è di fare il test per il L1, dovreste buttare un occhio al Judge Center. Probabilmente qualcuno vi ha già detto che è la risorsa migliore per prepararsi, ma perché? Vediamo due cose che ho trovato davvero utili:
 
Esami online: possiamo sostenere un enorme numero di test di pratica in una vasta selezione di lingue: spagnolo, inglese, portoghese, giapponese, francese, italiano, cinese, ecc. Questo ci permette di migliorare la nostra conoscenza con domande che probabilmente nessuno ci ha mai posto prima. Aiuta a valutare la propria conoscenza e vedere su cosa non siamo ancora abbastanza ferrati. Inoltre, è un’anteprima dello stile di domande che riceveremo quando finalmente saremo seduti per l’esame reale. Una volta finito con gli esami di Pratica Facile, si può alzare il livello con gli esami di Pratica Difficile, che includono, come il nome suggerisce, domande più complesse. C’è anche l’esame da Esperto di Regole, che è il primo passo effettivo da fare per diventare un judge: questo test include più domande e richiede un punteggio minimo maggiore, le sue domande sono un po’ più difficili di quelle degli esami di pratica, e sono più simili a quelle che troveremo nel vero test L1, nonostante il test per Esperto di Regole verta solo sulle regole del gioco. Io vi raccomando di sostenere questo tipo di esame nella vostra lingua madre o, altrimenti, in inglese. Una volta finito uno di questi esami, non importa il risultato ottenuto, potete ogni volta ritornarci in qualsiasi momento e rivedere dove avete sbagliato. Cercate solo di non fare troppi esami perché le domande inizierebbero a essere ripetitive. Se iniziate a vedere sempre le stesse domande, provate a fare un esame in Inglese, che ha una gamma più ampia di domande.
 
C’è anche una sezione in cui si possono cercare i judge in qualsiasi area - per esempio, il vostro Paese e regione. Gli arbitri amano aiutarsi l’un l’altro, dunque perché non cercare qualcuno che possa darvi una mano? È sempre buona cosa avere un mentore, qualcuno che vi aiuti con le questioni e che vi ponga lui stesso questioni per farvi riflettere. Internet ci permette di chiacchierare con persone senza bisogno di essere faccia a faccia. Per esempio, i miei mentori vivono a Buenos Aires, che è a 1000 km da dove vivo io!
 
Oltre al Judge Center, ci sono vari siti internet che possono risolvere i nostri dubbi. Nei forum della Wizards Community, c’è una sezione intera apposta per questo.
 
Come ho detto prima, Damien Hiller mi aveva dato una lista di suggerimenti per quando bisogna sostenere l’esame:
 
  • Leggete ogni domanda e ogni risposta attentamente prima di optare per una. Non scegliete la prima che vi sembra corretta.
  • Leggete interamente e attentamente il testo di ogni carta coinvolta, anche se siete sicuri di conoscere la carta.
  • Eliminate (potete persino sbarrarla sul foglio, anche se è meglio non farlo qualora vogliate riguardarla in un secondo momento) le risposte che siete certi siano sbagliate. In questo modo, è più semplice sapere su quali focalizzarsi.
  • Una volta rimaste poche risposte, confrontate parola per parola quelle rimaste e guardate in cosa differiscono. Può essere utile sottolineare le parti in cui si differenziano le risposte dato che spesso proprio queste differenze nelle parole o nell’ordine delle parole possono essere la chiave.
  • Se una domanda si rivela essere troppo difficile, continuate col resto dell’esame e lasciate quelle che sembrano troppo complesse per la fine.
  • Se una domanda coinvolge un gran numero di carte o abilità, può essere una buona idea chiedere alcune terre base da usare come proxy per rappresentarvi fisicamente la situazione.
  • Una volta finito l’esame, ricominciate a farlo da capo, senza guardare le risposte appena date. Una volta finito per la seconda volta, confrontate le risposte date entrambe le volte.
  • Ovviamente, riposatevi per bene prima di sostenere il test e cercate di rimanere calmi e con le idee chiare.
 
La lista ha parecchi suggerimenti, alcuni dei quali possono suonare ovvi, ma è sempre una buona idea prestargli ascolto, non importa quanto possano sembrarlo.
 
L’Archivio dei Judge Article è pieno di contenuti utili per moltissime attività. Per esempio, c’è un articolo sullo studiare per un esame di regole che può valer la pena guardare.
 
Un altro fattore fondamentale è restare sempre aggiornati sulle regole. In ogni aggiornamento ci sono delle modifiche e, se ci sono, significa che bisogna conoscerle e applicarle.
 
Un buon modo per cominciare a entrare in pista come judge è di partecipare a un torneo vicino. Contattate il vostro TO locale e date la vostra disponibilità. Sarà utile ad entrambi dato che il TO otterrà un po’ d’aiuto nel gestire i tornei e voi otterrete esperienza sul campo. Se poi siete voi stessi dei TO, come me, cercate di organizzare tornei più spesso. I vostri giocatori probabilmente ne saranno ben lieti!
 
Come potete vedere, la mia strada per il L1 è stata molto lunga, ma se lottate per quello che volete, potete ottenerlo, e alla fine sarà anche incredibilmente soddisfacente! Dopo aver passato il mio esame, mi sono sentito molto più sicuro nel dare i miei rulings e anche i giocatori sembrano avere molta più fiducia nel pormi domande e ascoltare le mie risposte. Personalmente, sento un gran desiderio di crescere in questo programma e di passare di livello prima o poi. In caso falliate un esame, dovete aspettare minimo tre mesi prima di ripeterlo. Quello che vi consiglio è di fare il test solo quando sentite davvero di essere pronti e non semplicemente di provare a ogni occasione buona sperando di passarlo per sfinimento.
 
Spero che tutto questo vi aiuti nel vostro percorso. Questo è quello che ho fatto e quello che ho dovuto fare per raggiungere il mio obiettivo. Per alcuni potrà essere più facile, per altri magari più difficile, ma dovrete sempre, assolutamente provarci!
 
Ci vediamo a qualche torneo!
 
 
 

Traduzione: William Tiddi, L1
Revisione: Fabio Ivona, L2
Articolo originale qui