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I falsi miti del mondo arbitrale
Articolo del 2-6-2019 a cura di Scialpi Francesco
Scialpi Francesco

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Magic è un fenomeno mondiale. Ogni giorno, si svolgono innumerevoli partite di Magic, sanzionate o meno, in negozio o al tavolo della cucina. Ogni giorno, ci sono delle persone che fanno funzionare i tornei, e rispondono alle nostre domande: gli arbitri.
Quanto conosciamo gli arbitri? E come li conosciamo? Per esperienza diretta, o per sentito dire?
In questo articolo, vi vogliamo parlare di alcuni "falsi miti": idee più o meno diffuse, riguardanti la community arbitrale, e che alla prova dei fatti risultano essere leggermente distorte.

"Un arbitro è un esperto di regole, e poco altro"

Falso!

Proverbio di Nonno Scialpi: "Dire che un arbitro è un esperto di regole è come dire che Matrix è un film di cazzotti"

Nel film Matrix, le scene di combattimento sono essenziali, e se le togliamo, otteniamo un film che non è Matrix (forse è il tredicesimo piano). Tuttavia, dire che Matrix è "solo" un film in cui Keanu Reeves prende tutti a calci nel sedere è molto lontano dalla realtà.

Allo stesso modo, un arbitro deve sicuramente sapere le regole, ma dire che un arbitro è "solo" un esperto di regole è decisamente inaccurato.

Un arbitro di qualunque livello deve avere caratteristiche come:

  1. integrità: magari conosci le regole alla perfezione, e bari. Non puoi fare l'arbitro
  2. diplomazia: un arbitro deve saper comunicare un ruling, e saper gestire un giocatore irascibile, o sgarbato, o un bambino al primo torneo, e via dicendo

Gli arbitri di livello superiore gestiscono eventi con centinaia o migliaia di giocatori. Si rendono necessarie competenze di logistica, team working, e altro ancora.
(corollario) "Per diventare arbitro basta passare un esame a crocette"
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È abbastanza più complicato.

L'esame vero e proprio consiste di:
  1. una prova scritta a risposta multipla
  2. una prova orale.

Per arrivare al fatidico giorno, bisogna prima:

  1. presentarsi alla comunità arbitrale, che valuta l'idoneità o meno del candidato a rivestire il ruolo di arbitro;
  2. arbitrare due tornei di prova, da "livello zero", sotto la supervisione di un arbitro certificato
  3. superare un pre-esame online a risposta multipla

Infine, lo status arbitrale va rinnovato ogni anno. Nell'arco dei dodici mesi, bisogna arbitrare un certo numero di tornei, partecipare alla community svolgendo determinate attività, e superare un test di rinnovo.

"Gli arbitri ricevono a casa le carte foil senza fare niente"

A memoria d'uomo, le carte Judge foil sono state distribuite "a pioggia" solo in due occasioni:
  1. in un caso, venne effettivamente recapitato un Dark Confidant foil a tutti gli arbitri, di qualunque livello
  2. quando venne certificato il cinquemillesimo arbitro, per festeggiare, vennero distribuite le Force of Will foil. Le ricevette solo chi aveva certificato almeno un arbitro (quindi solo i livelli 2 o superiore), e in quantità variabile a seconda del numero di arbitri certificati.

Attualmente, un arbitro riceve carte foil in due modi:
  1. partecipando alle conferenze arbitrali. I partecipanti devono provvedere da sé a viaggio e alloggio, e quindi le foil sono una forma di "rimborso spese" per consentire a più arbitri possibile di partecipare
  2. tramite l'Exemplar Program. Gli L2+ possono segnalare una azione meritevole di un altro arbitro, di qualunque livello, e scrivergli una recognition. Tra tutti coloro che ricevono una o più recognition, si sceglie una percentuale in modo casuale, e queste persone ricevono delle carte foil. Oltre che bravo, devi essere anche fortunato!

Decisamente le foil non piovono dal cielo.

"Those who can, play. Those who can't, judge"

L'immagine può contenere: 3 personeOvvero: gli arbitri sono tutti giocatori falliti - persone che non hanno le risorse e/o le capacità per giocare a livelli seri, ma vogliono comunque "fare parte dello show", e allora si danno all'arbitraggio come ripiego. "Vorrei ma non posso".

Ancora una volta, niente di più falso!

Le motivazioni per darsi all'arbitraggio sono innumerevoli:
  1. hai un negozio, e vedi la certificazione arbitrale come un servizio da offrire ai tuoi clienti
  2. frequenti un negozio, e vuoi fare qualcosa per la community dei giocatori locali
     
  3. vuoi conoscere gente
  4. vuoi viaggiare

Eccetera eccetera eccetera.

Tuttavia, nessuna di queste motivazioni è sufficiente senza la passione. Qualcuno potrà trovare difficile crederlo, ma ogni arbitro si diverte a fare quello che fa, e arbitra per scelta, non per obbligo o per ripiego.

Ci sono state persone qualificate ai Nazionali, che potevano giocare l'evento principale, e hanno preferito arbitrarlo.

"L'arbitraggio è interamente risolto (fully solved)"
https://en.wikipedia.org/wiki/Solved_game

La dama è un esempio di gioco interamente risolto: qualunque configurazione legale delle pedine sulla scacchiera è stata studiata, e si sa a priori qual è la mossa migliore da fare.
Una persona con una ottima memoria può diventare un campione di dama memorizzando le associazioni "configurazione della scacchiera - mossa da fare".
Le suddette associazioni possono essere inserite nella memoria di un computer, e otteniamo una macchina che non solo gioca a dama, ma è letteralmente imbattibile, senza neppure scomodare il concetto di intelligenza artificiale.

Qualcuno potrebbe pensare che anche l'arbitraggio sia interamente risolto: ogni domanda che potremmo fare ad un arbitro è nota, ed è nota la risposta. Ogni situazione che si può verificare al tavolo di gioco è in qualche modo catalogata, si tratta solo di andare a recuperare la risposta sul regolamento, o sui documenti delle regole da torneo.

Indovinate? La risposta è no.

Ogni anno, vengono stampate centinaia di carte completamente nuove, che vanno a interagire con le migliaia già esistenti. La complessità è esponenziale.
Gli "incidenti" di gioco possibili sono infiniti, e nessuno può dire di averli visti tutti.

Sì, un arbitro deve avere una conoscenza a tratti "enciclopedica", ma al tempo stesso ogni arbitro sa che la situazione nuova e mai successa è sempre dietro l'angolo, e non basterà aver studiato per sbrogliare la matassa.

(Il mito dei miti): "Lo ha detto Tex!"

"Judge, non è che ti voglio contraddire, ma sono sicuro, questa regola funziona così ... lo ha detto Tex!"

Al gagliardo Riccardo Tessitori sono stati attributi innumerevoli ruling, uno più improbabile dell'altro. Nel 99% dei casi, si tratta di leggende urbane: o non è andata così, oppure qualche particolare essenziale della storia è stato travisato o si è perso per strada. (il restante 1% sono effettivamente "ruling creativi" di Tex)
Come per ogni leggenda urbana che si rispetti, esistono anche delle varianti: "Lo ha detto Salvo/Lo ha detto quell'arbitro americano/Su Arena funziona così/L'ho letto sul sito della Wizards".

Storia vera capitata ad un L3 italiano:
"Judge, ho letto un articolo di Tex, che dice X"
"Guarda, quell'articolo l'ho scrittov io, e Tex l'ha solo tradotto in inglese. Ti assicuro che quell'articolo dice Y"

Non dimentichiamo inoltre che le regole e le policy sono in continua evoluzione: è certamente possibile che Tex abbia dato un certo ruling un anno fa, e che da allora le cose siano cambiate. Quello che valeva in passato potrebbe non valere più oggi.

Accettate un consiglio: fidatevi un po' di più dell'arbitro che avete davanti, e un po' di meno di quello che avete "sentito dire" - anche se l'avete sentito dire da Tex.