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Interviste internazionali - Episodio 1
Articolo del 14-10-2016 a cura di Romano Luca
Romano Luca




Ai GP si lavora con un sacco di colleghi da tutto il mondo, ma alcuni di loro hanno creato con la comunità italiana un rapporto speciale. Affiancano le nostre camicie rosse alla testa dei GP, sono amici di tutti gli arbitri italiani che incontrano, e non vedono l'ora di applicare per il prossimo evento nel nostro paese: saranno i protagonisti della nostra rubrica di interviste internazionali.

In questa prima puntata abbiamo intervistato un vero fan dell'Italia e degli arbitri italiani: Dustin de Leeuw, L3 da Amsterdam, Paesi Bassi.


Qual è stato il primo arbitro italiano che hai conosciuto, e qual è stato il primo evento italiano a cui hai lavorato? Il primo arbitro italiano con cui ho lavorato è stato sicuramente Riccardo (Tessitori, ndt). All'epoca era anche il primo livello 5 con cui avessi mai lavorato, e tutt'oggi rimane una delle persone che mi ispirano di più. Credo che fosse il Pro Tour Amsterdam 2011. Per quanto riguarda il mio primo evento… guardo judgeapps per farmi aiutare, credo fosse Firenze… no, Torino, nel 2012.

Qual è la cosa che ami di più degli arbitri italiani, e qual è quella che odi di più? Insomma, la nostra miglior qualità e il nostro peggior difetto? La cosa che amo di più degli italiani è la loro passione per il cibo: con loro si può parlare di cibo per ore, andare a mangiare assieme, ed è una cosa che apprezzo molto, e che vorrei fosse più condivisa all'estero. Non c'è paragone tra un GP Italiano e, per esempio, uno Svedese da questo punto di vista: più vai a nord più alle persone sembra non importare nulla del cibo. In Italia ami la tua pausa pranzo.

E il nostro peggior difetto? Il contatto con gli altri arbitri… voi italiani spesso state per conto vostro. Per esempio, alla judge dinner dopo un GP c'è sempre il "tavolo degli italiani" dove si parla italiano… ed è difficile per i non italiani, o per chi non parla italiano, entrare in contatto con voi, bisogna fare uno sforzo per stare in vostra compagnia.

Parliamo dell'Italia come paese: sei mai stato in Italia a parte per i GP? Ho due storie da raccontare sull'Italia. Di recente con mio fratello abbiamo sfogliato dei vecchi album di foto, e ne ho vista una di quando avevo tre anni, ed eravamo ad un parco divertimenti italiano. Lo ricordo molto distintamente anche se avevo solo tre anni… c'era una doppia torre, e delle montagne russe velocissime… si chiamava "qualcosa-landia".

Mirabilandia! Sì, esatto. Quindi significa che sono stato a Rimini, ma non lo sapevo. Quindi quando ho visto "Mirabilandia" sulla travel-guide di Rimini mi sono detto "Oh mio Dio, ora torna tutto!". Poi non sono andato, ma è stato bello sapere dov'era. La seconda storia è Roma: ho fatto la "grammar school" (l'equivalente del nostro liceo classico, nda), quindi ho studiato latino e greco per 6 anni, e come esperienza scolastica siamo andati a visitare Roma con tutte le sue chiese e tutti i suoi monumenti bellissimi, e io mi ero già innamorato di Roma prima ancora di andarci. All'epoca l'aereo era troppo caro, così abbiamo fatto 24 ore di pullman da Amsterdam a Roma, e il primo giorno abbiamo visitato quattro chiese, il secondo giorno altre quattro chiese, e non eravamo ancora stati a S.Pietro. Il terzo giorno il ginocchio iniziò a farmi male… e dovettero portarmi in ospedale. Alla fine non ho ancora visto S.Pietro, dovrò tornare a Roma per farmi il resto del giro.

Qual è la tua città italiana preferita quindi? Roma? Roma è nella top3 delle più belle città del mondo per me. Non l'ho vista tutta, ma quel poco che ho visto è stato meraviglioso… ogni chiesa ha un milione di storie, ogni strada, puoi quasi vedere i gladiatori per le strade.

Qual è il tuo piatto italiano preferito? Oohh... questa è difficile. Avete tanta di quella roba buona… In questo momento mi viene da dire una cosa che ho mangiato di recente: la Cassata. Io adoro i dolci, e la Cassata è davvero buonissima. Magari ti aspettavi che dicessi la pasta, ma in realtà non sono così affezionato alla pasta.

Qual è l'evento italiano al quale ti sei divertito di più? Hai fatto almeno 5-6 GP da noi. Uhmm… dirò Firenze, ma non quello dell'anno scorso, quello prima.

Il precedente GP a Firenze era quello del 2010, era prima di Torino 2012. Hai ragione, ricordavo un altro GP. Allora doveva essere proprio Torino… era il mio primo GP all'estero, il secondo in carriera (il primo era stato Bochum). Era la mia prima vera esperienza di torneo all'estero, la prima volta che dovevo prendere un aereo per arbitrare. Quel GP stabilì uno standard molto alto per tutti quelli successivi: mi portò ad avere aspettative sbagliate sul cibo a tutti i GP successivi. Il cibo era buonissimo: due volte al giorno vero cibo italiano! Primo, secondo, dolce, e tutto di qualità. Pensavo "quindi i TO si preoccupano di far mangiare bene gli arbitri": mi sbagliavo terribilmente! (ride, nda). Ma quel GP aveva il miglior catering di sempre.

Parliamo degli high-levels italiani, le nostre camicie rosse. Ultimamente hai lavorato a stretto contatto con tutti e tre, Cristiana, Riccardo e Matteo: che differenze ci sono tra di loro, e chi è il tuo preferito? Sicuramente il mio preferito è Riccardo: è quello con cui ho lavorato per più tempo, e ogni volta riesce a impressionarmi positivamente. Ha sempre questi consigli, piccoli ma profondi, che non ti aspetti… e poi ha questa bellissima reputazione di deviare sempre. In realtà non è così terribile (ride, nda), però qualche volta semplicemente dice "questo non ha senso, le policy qui non si applicano bene, facciamo a modo mio", e io apprezzo sempre! È sempre divertente lavorare con lui. Ha così tanta esperienza che fa sembrare tutto facile.
Matteo è diverso: lui è molto recente come GP Head Judge, è sempre preparatissimo, segue sempre i suoi schedule accuratissimi, fa piani molto precisi e ci si attiene. Quando è il capo arbitro sai che cinque settimane prima del GP riceverai una mail, quattro settimane prima, un'altra mail, etc. Matteo è molto severo, ama le regole, è tipo "sì, mi chiamo Matteo, ma so arbitrare come un judge non italiano".
Cristiana è di un'altra categoria: appena la vedi ti rendi conto che è piccola di statura, ma enorme come spirito. Sta lì e dirige un'intera sala piena di persone e tutti filano… ha un carattere molto forte, mi piace.

Ultima domanda: dai il tuo miglior consiglio a tutti gli arbitri italiani! Migliorate il vostro inglese. Davvero, ci sono un sacco di arbitri simpatici là fuori, che non parlano italiano. Se migliorate il vostro inglese potremo comunicare meglio, ma soprattutto uscire di più assieme e divertirci di più. La prossima volta che siete ad un GP uscite dalla vostra comfort-zone, mischiatevi con gli altri, parlate inglese, e vedete cosa succede.