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Come gestire lo stress
Articolo del 31-8-2016 a cura di Gallori Riccardo
Gallori Riccardo

Come gestire lo Stress

 

 

DistressIn molte parti del mondo, la Guida Pinguina Anti Stress ha già soppiantato la Grande Enciclopedia di Psicologia, diventando la depositaria di tutto il sapere e di tutti i consigli perché, nonostante presenti alcune lacune e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più accademica Enciclopedia. Uno, costa un po' meno; due, ha stampate in copertina, a grandi caratteri che ispirano fiducia, le parole NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO.

A parte queste reminiscenze che vi avranno già fatto sottintendere la risposta (42: "Citazione di Guida Galattica per Autostoppisti"), cosa si intende per la parola stress? Secondo il Westen (dizionario di Psicologia), lo stress è una “Reazione interna a stimoli interni ed esterni che producono un’attivazione fisiologica e uno sforzo emotivo, che mettono in moto risposte cognitive o comportamentali”. Che vuol dire? Il nostro fisico risponde in maniera diversa agli stimoli a cui viene sottoposto e questo comporta lo sviluppo di uno stato d’animo particolare.
Questo stato d’animo, per quanto possa sembrare strano, ha una duplice natura e non obbligatoriamente negativa. Per questo motivo l’organismo lo articola in tre passaggi precisi:

1)Allarme
2)Resistenza
3)Esaurimento

Second WindNel primo passaggio il nostro corpo viene stimolato e reagisce in maniera alquanto particolare: possiamo incontrare fenomeni di battito cardiaco accelerato, respiro corto e affanno, restringimento del campo visivo. Tuttavia per quanto questi segnali possano essere allarmanti o causare ulteriore agitazione, l’organismo prova a contrastarli e a normalizzare il livello di stress.
Se questo tentativo da parte dell’organismo non va a buon fine si va incontro all’esaurimento. In cosa consiste questo stadio?  Questo stadio, precedente al “Burnout” vero e proprio, si può dividere in due categorie: stress acuto e stress cronico. Mentre il primo tipo di stress è un evento limitato nel tempo e spesso, strano a dirsi, potenzialmente positivo, il secondo, lo stress cronico è forse il più traumatico per il fisico stesso della persona oltre che della sua capacità di gestione delle situazioni.

E’ inutile dire che ogni evento, per quanto piccolo possa essere, causerà all’organismo una situazione di stress, sia fisico (lunghe giornate senza pausa se lo si gestisce da soli) che emotivo (rapportarsi agli altri non sempre è facile). Il nostro organismo reagisce allo stress in due modi: in maniera positiva o in maniera negativa; se reagisce in maniera positiva, il nostro organismo trova quelle energie che non credeva di avere per andare avanti e portare a termine il proprio compito. Non vi è mai capitato di andare ad un evento ed essere molto stanchi ma, appena iniziate, riuscite a essere attivi come non mai? Come se attingeste ad una Nuova Energia che vi da la forza di arrivare fino alla fine dell’evento, o al massimo alla prima pausa!

Tuttavia, anche se questa reazione è positiva, quando è protratta nel tempo si va incontro a quello che è comunemente detto Distress: questa condizione è molto deleteria in ogni campo del nostro vivere poiché porta a dei momenti in cui spesso non riusciamo a riconoscere noi stessi. Inconsciamente tendiamo a cercare l’isolamento e la passività, ma a volte può anche sfogare in aggressività. Vi è mai capitato durante un evento di essere sull’orlo di perdere le staffe? Quello può essere un chiaro esempio che siete sotto stress.


Cosa possiamo fare per affrontare tutto questo?

L'Unione Fa la ForzaLe soluzioni sono molte e delle più disparate.
Per prima cosa ricordate che non siamo mai soli! Noi siamo un gruppo, una comunità e anche se state arbitrando in solitaria, anche in quel caso non siamo soli! Il vostro TO è lì per voi. Lui deve essere capace di coprirvi le spalle o al massimo cercare di alleggerire il vostro carico di lavoro: una cosa che dovete sempre tenere a mente è che lui può essere l’HJ in caso di emergenza. Affidategli la sala per dieci minuti, allontanatevi dalla fonte di stress e nel caso vi siano chiamate lui potrà sempre raggiungervi in pausa e chiedervi consiglio.

Allontanate dalla vostra mente ogni pensiero che, nello specifico, può portare a farvi ipotizzare che qualcosa o qualcuno sia contro di voi. Se sentite che non siete lucidi abbastanza da poter affrontare una discussione accesa affidatevi ai nostri documenti,applicateli e, in caso, invitate la persona a contattarvi successivamente o subito dopo il torneo stesso e cercate di chiarirvi al meglio delle vostre capacità. Se sentite tuttavia l’incapacità di rapportarvi con quella persona a causa dello stress, affidate il compito ad altri: è veramente importante capire e rimarcare il fatto che non siamo MAI SOLI!

Altri piccoli consigli per superare il momento di stress possono essere quello di ascoltare un po’ di musica, effettuare degli esercizi per normalizzare la respirazione e rilassarvi.
Per quanto può sembrare strano, invece, è sconsigliata l’assunzione di nicotina o di bevande alcoliche in questi momenti. Entrambe sono delle sostanze che rilasciano, nell’immediato, piacevoli sensazioni di appagamento, euforia e rilassamento, ma, nel lungo termine, all’affievolirsi di queste sensazioni l’organismo subisce una sorta di feedback inverso che lo porta ad un aumento dello stress o alla ricerca, nuovamente, di quelle sensazioni falsamente positive che i suddetti elementi donano.

 

Non sempre puoi vincere le avversità, ma ci puoi provare!

CooperationPrima di lasciarci vorrei spendere due paroline sullo stress cronico. Purtroppo, per quanto possa essere appassionante l’arbitraggio e tutto quello che è collegato al nostro magnifico mondo, capita di sentirne la pressione ogni giorno che passa.  Per prima cosa è importante pensare che quanto stiamo facendo lo stiamo facendo per noi e perché ci piace; tuttavia, come in tutte le attività di questo mondo, questo prevede la possibilità di una crescita e a volte non siamo pronti per affrontarla. In questi casi iniziamo a sentire la pressione di tutto questo e ad accusare i primi sintomi di stanchezza cronica. Vi è mai capitato un periodo in cui non volete saperne nulla di eventi perché vi sentite stanchi? Questo può essere un primo segnale di allarme. Il secondo segnale di allarme è una faccenda un poco più seria che può causare malumori e incomprensioni: si inizia ad isolarsi e a trattare con diffidenza tutti coloro che ci stanno attorno in questa realtà, spesso addirittura sospettosi oppure ostili. Già in questa fase, dove l’autoisolamento la fa da padrone, si iniziano a vedere tutti i problemi come un qualcosa di insormontabile.

Se giungete in questa fase il consiglio principale è: fermatevi e riflettete. Prendete tempo per recuperare, parlate con coloro verso cui sentite diffidenza e spiegate loro, se ci riuscite, quello che state passando. Non rifuggite gli altri. Parlate. Come in una partita di Magic, la comunicazione è fondamentale. Non dovete avere paura di parlare mai.
E di nuovo ricordate.
Non siamo mai soli!

 


Revisione: Alberto Laurenzi, L2