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Glaring Spotlight: Anna Cotti
Articolo del 15-12-2015 a cura di Boccalari Marco
Boccalari Marco


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Tutto quello che avreste voluto sapere sugli arbitri ma non avete mai osato chiedere!

Ciao a tutti e benvenuti a questa nuova puntata di Glaring Spotlight, la rubrica dove vi svelo tutti i segreti degli arbitri.

Per l’edizione di oggi ho intervistato il più cattivissimo degli arbitri.

Cattivissima Gni, lei è Anna Cotti, Livello 2 da San Giovanni in Persiceto (BO).

 

Cosa fai nella vita? Hai degli hobby al di fuori di Magic?

Lavoro in un negozio che tratta articoli per lo sport e il fitness, faccio i lavori di casa e passo tantissimo tempo in palestra (forse troppo) a fare corsi dalla fit-box allo yoga.

La mia passione più grande è sempre stata la pittura, ma ultimamente non ho molto tempo libero e l’ho messa un po’ da parte. Finiti alcuni progetti potrò felicemente ridedicarmi ad essa, ogni tanto.

Ho una collezione di giochi di logica, cubi di Rubik e rompicapo in legno.

Mi piacciono anche le serate con le amiche a chiacchierare e mangiare cous cous…rientrano negli hobby?

 

Da quanto tempo giochi, come hai iniziato?

Ho iniziato a giocare all’incirca 7 anni fa, il gruppo di amici che avevo al tempo erano quelli che oggi chiamo ”i classici giocatori da cucina”.

Birre e carte, nessuno sapeva di preciso come funzionasse il gioco, sapevamo che le terre si tappavano, che il mana in eccesso faceva danno, che Kokusho era fortissimo e che le carte a fine serata erano sempre più sfuocate.

La pila? Chi mai l’ha usata? Si usava il “Prima che lo fai”!

Oltre a Magic ci fu un periodo nel quale iniziammo a voler giocare a Dungeons&Dragons. Anche lì, nessuno sapeva il regolamento bene, così decisi di prendere i manuali e iniziare a studiare.

Tempo che finii gli studi, ai miei amici era passata la voglia di giocare… Battlefield 2142 prese il sopravvento e ci dedicammo ore e sangue.

Poi tornò il desiderio di giocare a Magic, cercai di creare i miei primi mazzi, i meglio riusciti furono un “mazzo vampiri” e un Selesnya chiamato “il mazzo cattivissimo di Gni”, facevo le così dette “cattivissime super pedine”.

Giocavamo in 5 a Star Magic, uno contro i 2 seduti davanti (non vi dico quanto durava una partita).

Ricordo che il negoziante della mia zona un’estate organizzò un torneo amatoriale e venne messo come arbitro un ragazzo abbastanza esperto che aveva giocato dei tornei competitivi.

L’idea di giocare in un torneo mi emozionò tantissimo.

A seguito di quello feci altri tornei amatoriali e iniziai, con amici e il ragazzo con il quale stavo, a frequentare il negozio locale e a fare partite con altri ragazzi del paese.

 

Da quanto sei arbitro invece, perché hai deciso di diventarlo?

L1 dal 13/04/2013, L2 dal 27/10/2013.

Iniziando ad “uscire dalla cucina” mi capitò spesso di trovarmi a giocare e parlare con giocatori più esperti e realizzai quanto io e i miei amici non sapessimo le regole.

Ogni volta che giocavo e a qualcuno veniva il dubbio sulla legalità di ciò che stavo facendo, mi arrabbiavo.

Così feci una ricerca online per scoprire se esisteva un regolamento ufficiale e…indovinate? Esisteva!

Scoprii anche che esistevano gli arbitri, la cosa mi incuriosì tantissimo. Una volta letti i requisiti per fare l’arbitro pensai che, dal punto che volevo studiare le regole, avrei potuto anche provare a diventarlo.

La prima cosa che feci fu STAMPARE le CR e rilegarle, poi iniziai a leggerle e mi resi conto che erano non solo tante, ma anche difficilissime.

Ne parlai con la proprietaria del negozio nel quale giocavamo, che mi disse che conosceva un arbitro che poteva aiutarmi. Così ebbi il contatto Skipe di Davide Succi.

Contattai questo tizio mai visto prima e gli raccontai della mia volontà di studiare, mi linkò le “Judge classes “ (una versione facilitata e moooolto ridotta delle Comprehensive Rules) e mi diede disponibilità per chiarimenti e dubbi.

Così iniziai a studiare e parlando con Davide scoprii che gli arbitri giravano il mondo e facevano esperienze stupende, la cosa iniziò ad appassionarmi sempre di più.

Incuriosita e spronata partecipai come arbitro livello 0 a un PTQ a Bologna, quel giorno lo ricordo bene, Lamberto Franco fu incaricato di seguirmi, farmi mentoring, Lorenzo Santomo mi fece tante domande e finalmente conobbi Davide di persona, fu gentile e premuroso. Imparai tantissime cose, oltre che vedere per la prima volta un torneo competitivo.

Fu un’esperienza bellissima, devo ringraziare tutti gli arbitri di quel torneo perché se ho deciso di fare l’esame è stato soprattutto per come mi sono sentita quel giorno, per come mi hanno fatta sentire loro!

 

Spiega cos’è Magic, come se stessi parlando a tua nonna.

Nonna, Magic è un gioco molto complicato, è come giocare a scacchi, ma con le carte e un libro delle regole grande come un dizionario….fai prima a insegnarmi a fare le raviole che io a insegnarti a giocare!

E mia nonna risponderebbe in dialetto “Mo sa dit? Te n’ti menga a post!” (Cosa dici? Non sei normale).

 

Come si è evoluta la tua carriera arbitrale? Chi sono, o sono stati, i tuoi mentori e cosa ti ha spinto a diventare un arbitro di Livello 2?

Dopo l’esame ho iniziato ad arbitrare tornei amatoriali e GPTrial. In quel periodo erano tipo 3 al mese a Bologna, quindi arbitravo molto spesso.

Come già detto, il mio mentore principale è stato Davide, ma l’esame da L2 mi è stato fatto da Matteo Kallegari e Gianluca Bonacchi.

Il fatto di non essere “credibile” è stato il primo motivo che mi ha portata a cercare di fare il livello 2 il prima possibile, poi il poter viaggiare, ma, soprattutto, la crescita personale.

 

Quali erano le cose che ti mettevano più in difficoltà quando hai iniziato ad arbitrare? Quali sono adesso che sei un livello 2?

All’inizio l’approccio con i giocatori è stato difficile, io non ero sicura di me e loro non mi avevano mai vista prima.

Ricordo che dopo il mio quarto torneo dissi a Davide che probabilmente non ci ero portata, un giocatore mi rise in faccia per due volte dicendo che voleva parlare con un arbitro e non con me.

Durante i PTQ ricevevo continuamente appelli, oppure i giocatori non davano peso a ciò che dicevo.

Ammetto che i momenti difficili sono stati tanti, ma grazie al supporto degli arbitri, oggi amici importanti, e al bellissimo legame che si è creato con alcuni giocatori di Bologna, li ho affrontati.

Quel periodo fu complicato, uscii da una convivenza di sei anni e iniziai a vivere da sola, essere arbitro mi ha aiutata tantissimo a imparare a credere in me stessa, a volermi bene, a passare sopra a ciò che pensa la gente.

Oggi è tutto molto più semplice! L’unico problema che ho è il tempo: ho un sacco di idee in testa, vorrei scrivere un paio di articoli e arbitrare più GP, ma faccio tante cose e a volte è difficile.

Poi ho alcuni aspetti da migliorare (come arbitro), ma questi non sono problemi, sono sfide!

 

Qual è stato il momento più bello che hai vissuto arbitrando?

Sceglierne uno è decisamente difficile, uno dei più belli è stato sicuramente a un PTQ a Forlì.

Ho arbitrato un sacco di PTQ da che son diventata L1, e ho sempre ammirato Davide e Kalle fare da Capi arbitro.

Erano così bravi! Sapevano sempre come risolvere i problemi e come distribuire il lavoro, anche io volevo diventare così, ma mi sembrava una cosa talmente lontana...

Quello di Forlì fu uno degli ultimi PTQ e fu il mio primo come Capo arbitro, ero una di loro.

Sentii il rumore della mia scarpa appoggiarsi su un gradino più alto, non era per il “potere” o il “dimostrare qualcosa a qualcuno”, era semplicemente un traguardo, un traguardo importante, ero fiera di me e piena di gioia.

I ragazzi in staff sono stati fantastici, abbiamo passato una giornata bellissima e oltre a divertirci abbiamo imparato tanto.

Che bella esperienza! Ne approfitto per ringraziare anche loro!

 

E quale è stato invece il più strano?

Anche qui…la scelta è tra tanti!

Feci un’intervista da EJ durante un PTQ.

L’EJ era un livello 2 in staff in divisa come gli altri, che oltre ad arbitrare, andava a parlare con i livelli 1 in sala che giocavano o arbitravano, per fargli domande sui loro obbiettivi e sulla loro comunità locale.

Chiesi ad un giocatore, che sapevo essere un Livello 1, se quando aveva tempo poteva raggiungermi per fare due chiacchiere.

Iniziammo a parlare, gli feci domande sulla comunità locale e gli chiesi se aveva intenzione di fare il livello 2 in futuro.

Mi raccontò dei giocatori, dei TO, dei motivi per i quali ora non poteva mettersi a studiare e poi mi chiese: -“Scusa, ma è la prima volta che faccio questo tipo di intervista, me la stai facendo perché anche tu vuoi diventare arbitro?”.

 

In che modo il Programma Arbitrale ha influenzato la tua vita di tutti i giorni?

Tutti i giorni leggo le mail, guardo la pagina Facebook e quando riesco mi fermo a leggere qualche articolo, rispondo alle domande di IMJ4you, rispondo ai giocatori che mi scrivono e ai candidati che seguo.

Al momento sto anche studiando e facendo spesso quiz.

 

Quanto tempo ti occupa Magic in una settimana? Qual è il tuo ruolo nella comunità arbitrale? Hai svolto dei progetti importanti o ne hai al momento?

Dedico un’oretta al giorno per la community e un giorno a settimana in cui arbitro. Ebbene sì, salvo alcuni periodi, arbitro un torneo a settimana... e in quei periodi probabilmente ho un GP!

Al momento ho un gruppo di candidati L1 che seguo, sto aiutando e facendo fare affiancamento durante i tornei ad alcuni aspiranti L2, sono infatti anche in un gruppo finalizzato a seguire i L1 nel loro percorso di crescita.

Sono all’interno di un progetto chiamato “L3 candidate”, un progetto per il quale sono stata selezionata insieme ad alcuni altri livelli 2. Veniamo seguiti durante il percorso per diventare livelli 3, attraverso conference, supporto e domande fatte dai livelli 3+ italiani. Il progetto dà delle “scadenze temporali “, il che mi obbliga a dedicarci tempo e impegno, ma dà anche tantissima soddisfazione e mi sta aiutando a velocizzare il mio percorso di crescita.

In passato ho lavorato al “The Judge candidate textbook”, progetto con il fine di aiutare i candidati nell’apprendimento delle regole.

Ho tenuto 3 seminari in 3 diverse conference, su JAR(regole per arbitrare ad un torneo amatoriale), condotta antisportiva e mentoring ai candidati livello 1.

Sono “responsabile della grafica del sito IMJ“, faccio un sacco di banner e pulsanti (tra cui quello qui sopra :P), il che è dovuto al fatto che sono diplomata in grafica pubblicitaria e fare questo tipo di cose mi risulta semplice e divertente.

 

Qual è stata la cosa più disastrosa che hai fatto o ti è successa arbitrando?

Al mio secondo GP ho chiesto di fare da Capo arbitro ad un side event, ovviamente è stato il torneo più disastrato della mia vita.

Poco prima che il torneo abbia inizio il TO mi spiega che una parte di giocatori arriveranno a rate per colpa della navetta e che devo far partire il torneo con tipo 30 giocatori in meno (erano un totale di 150 circa), che poi inserirò in un qualche modo.

Nonostante fosse un vero caos, le persone che ho delegato, che mi hanno aiutato e lo SK Federico Calò sono stati bravissimi e il problema è stato gestito al meglio.

Ma…questa non è la parte migliore!

Un arbitro mi fa presente che un giocatore, secondo lui, ha delle carte con la perfect size e altre senza.

Decido di aspettare che il giocatore finisca la partita in corso per controllargli il mazzo, ma in quel momento tutti i miei arbitri sono impegnati nelle procedure di fine torneo e decido di controllare personalmente il mazzo al giocatore che chiamerò A.

Nulla di grave, gli faccio togliere tutte le perfect size e basta.

Mentre stavo con A che toglieva le bustine iniziò il turno successivo, così chiesi ad un arbitro in staff di guardare a che tavolo A sarebbe dovuto andare e fare controllo mazzo al suo avversario, che chiamerò “B”, di modo da non dover avere due tavoli con tempo extra.

Una volta finito di togliere le perfect size, mando A al tavolo e noto che B non è li seduto ad aspettarlo.

Curiosi di sapere cos’era successo al giocatore B fantasma?

L’arbitro incaricato di fare il controllo mazzo a B gliel’ha ridato indietro dopo il controllo senza spiegare che il suo avversario (A) era con me.

Una volta ricevuta la slip, B chiama un judge e spiega che il suo avversario non c’è, chiede quindi cosa fare. L’arbitro che riceve la chiamata, ignaro della situazione, dice “hai vinto perché il tuo avversario non si è presentato” e scrive sulla slip “2-0 no show” e fa andare via B.

Così, una volta ricostruita la situazione, ho fatto sedere A al tavolo e ho fatto chiamare al microfono B che, dopo la seconda chiamata, è arrivato e ha potuto finalmente giocare!

Di chi è stato l’errore? Mioooo! Tutto mio! Avrei dovuto delegare quel maledetto controllo mazzo e tener sotto controllo il torneo!

Morale: dagli errori si impara e DELEGATE!!!

 

Spiega il concetto più difficile che ti viene in mente, con un esempio che non c'entra niente con le figurine.

Le abilità innescate sono quelle stupidaggini che ti vengono in mente mentre uno parla e tu devi aspettare che finisca il discorso per dirle, se no sembri un maleducato, ma poi quando la dici magari il discorso non è più sulla stessa cosa e tutti ti guardano come se fossi un cerebroleso…maledetti bersagli illegali.

 

Dai il peggior consiglio possibile a tutti gli arbitri che stanno leggendo.

Seguite i miei consigli!

 

Finisce qui questa intervista, grazie a tutti per aver letto e ci vediamo alla prossima con più domande ad altri arbitri. Ricordatevi di scrivermi se volete leggere un’intervista a qualcuno in particolare!


Revisione: Alberto Laurenzi, L2