Articoli
Attenzione: questo articolo è stato scritto oltre 1 anno fa! Alcuni contenuti potrebbero essere obsoleti.
Dealing with your own Fail (traduzione)
Articolo del 12-6-2014 a cura di Ferrari Stefano
Ferrari Stefano

Tag: Crescita personale Customer Service best practices







Gestire i propri Errori




Vorrei prendere un po' di tempo per sviluppare un semplice discorso menzionato nella Judge Conference di Indianapolis nel 2012. Ancora grazie a Peter Jahn per questo argomento interessante! Sono stato ispirato dal suo intervento a scrivere questo articolo, quando ho visto alcuni attenti sguardi rapiti da parte di alcuni personaggi nella folla, che non possiedono né il mio numero di anni né il coraggio nel gestire gli errori che commettiamo noi stessi. Spero che le persone che più ne hanno bisogno possano trovare utili queste risposte chiave.


FATTO: L'unico elemento in comune per tutti i tuoi errori sei tu.

Questa é una buona notizia! Significa che puo' essere riparata, e prova ad indovinare: chi meglio di te puo' ripararla! Voglio dire, tu sai cosa hai sbagliato, percio' non c'é nessuno più adatto di te per capire quale sia la soluzione al problema. Anni di educazione ingegneristica e di pratica mi hanno insegnato parecchio su come si sbaglia, e ci sono interi corsi di studio sulle modalità di sbagliare, anzi c'é addirittura un intero campo di studi sui modi per sbagliare e sulle analisi degli effetti (si chiama FMEA).

Noi scegliamo le nostre azioni. Non sempre facciamo scelte sane o sagge, ma comunque le scegliamo. Pertanto, ciascuno di noi sceglie di sbagliare. Noi non diciamo "Adesso voglio proprio sbagliarmi!" ma piuttosto scegliamo di camminare lungo un sentiero che ha delle potenzialità di fallimento. Noi dobbiamo capire le ragioni per cui abbiamo scelto proprio quel sentiero, ed in questo modo troveremo le ragioni per le quali abbiamo scelto di sbagliare. Una volta note le ragioni (cause) possiamo ricavar i metodi per evitare i fallimenti (effetti).

Ho trovato ragioni per scegliere il mio sentiero, e così conosco le scelte che faccio per sbagliare. Mi scuso se dico cose ovvie, ma posso condividere solo cio' che si trova nello spazio compreso tra le mie orecchie. Come prima cosa in assoluto da dire, c'é un rischio bassissimo di ferite o di morte, e men che meno di compiere un crimine o un delitto, qualora io dovessi sbagliare nel rispondere ad una chiamata arbitrale. In seconda battuta, avrò certamente modo di sbagliare davanti a un certo numero di persone, e tutti gli esseri umani condividono questa paura a qualche livello (quindi la sua presenza é una base costante piuttosto che un'anomalia). Se mi prendo del tempo, leggo le carte, e ascolto la domanda, prendero' abbastanza tempo perché un altro arbitro passi nei dintorni (così fanno e dovrebbero, io stesso lo faccio per imparare) e possa sentirmi mentre do' il mio ruling. Se do' un ruling sbagliato, e non c'é un altro arbitro, un giocatore può appellarsi. Terza cosa, qualcosa potrebbe anche finire male (in senso fisico) ma queste situazioni sono remote. Ed infine, posso fallire nell'ascolto o nella conoscenza di un Buon Consiglio ed abbandonare il Percorso della Ragione.

Dunque, questo é tutto. Non c'é altro che possa andare male. Io ho scelto questo sentiero per arbitrare in quanto lo considero legale, morale, etico, sportivo, e semplice. Queste le sento anche essere le basi per il gioco nella sua concezione più ampia, con riguardo a come la società interagisce in molte attività sportive amatoriali.

Peter ha già saggiamente discusso le basi degli errori arbitrali: sistemali se possibile, scusati, spiega la risposta corretta, e poi gestisci la situazione -- torna subito a cavallo. Io volevo parlare per lo più dell'ultima parte, che lui ha lasciato in libera discussione alla Judge Conference. Mi colpisce il fatto che uno come me, così talentuoso nel fare errori (generalmente perché mi sbaglio) e nell'analizzarli possa essere molto adatto ad afferrare questo argomento per educare i miei pari quando ne hanno bisogno. La saggezza é cio' che ricevi subito dopo il momento in cui ne avevi bisogno, e il miglior modo per acquisirla é imparare dagli sbagli altrui.

Tu non sei da solo. Abbiamo tutti alzato la mano quando ci hanno chiesto se abbiamo fatto una brutta chiamata arbitrale. Questo significa che sei circondato dai tuoi fratelli-in-errore ogni volta che sei circondato da arbitri. Io pensavo che i miei fossero alquanto terribili fino a quando non ho ascoltato alcune storie dell'orrore per bocca di altri arbitri. Ecco, dunque, un algoritmo che ho sviluppato attaverso la mia esperienza personale che é per lo più molto conosciuto e rispecchiato da chi lavora come me:


Passo 0: Lo Sbaglio

Ero al GenCon a gestire alcuni piccoli eventi, e sono stato chiamato ad un tavolo. In realtà non sapevo la risposta, ma ero decisamente sicuro che si trrattasse di un Game Loss. Sapendo di non poter dare quella penalità per questioni diverse dal ritardo (si tratta di una policy che sento spesso ai tornei), ho detto ai giocatori di stare in attesa mentre avrei cercato il Capo Arbitro per dare il ruling. Mi sono allontanato dal tavolo e un altro arbitro lì vicino mi ha chiesto cosa gli avessi appena risposto. Gli ho detto, "Nulla, vado a cercare il Capo Arbitro.", e l'altro arbitro mi ha risposto, "Beh, torna al tavolo e dì loro qualcosa! Non puoi semplicemente andartene via!". Ho in qualche modo esitato e poi sono tornato a fare il mio lavoro. Non ricordavo che si trattava di un cattivo servizio lasciarli lì in attesa. Lo sbaglio: mistavo concentrando sulle tavole della legge tralasciando il gioco, per colpa di una scarsa esperienza di arbitraggio; saggezza acquisita e lezione imparata. È anche possibile che io avessi paura di parlargli. Non ho saltato nessuna regola o policy, ma ho sbagliato a vedere la situazione generale, e si tratta degli errori in cui non si pone la necessaria attenzione. Benvenuti a Sbagliopoli, popolazione: me.

Questo é uno dei casi che mi sento comunque in grado di condividere, ce ne sono altri di cui parlo meno volentieri.


Passo 1: Ammettere il Tuo Sbaglio

Non indorare la pillola, non cercare di pensarci con gentilezza, hai fatto un'idiozia. Magari gigantesca. Potresti anche aver fatto perdere il titolo mondiale a qualcuno con il tuo ruling fatto coi piedi. Osservalo dritto in faccia, dillo ad alta voce davanti allo specchio, parlane con altre persone fidate, fai qualsiasi cosa ti sembra funzionale per imprimere quello sbaglio a fuoco nella tua mente. Questa é la tua ferita di battaglia, e ogni ferita di battaglia porta una storia della lama che l'ha creata. Ecco a cosa serve chiedere scusa quando vai a scusarti con un giocatore -- la tua ammissione di colpa che ti fa incamminare nel percorso del Non Lo Faccio Mai Più™.

Devi anzitutto scoprire l'errore. Parla con un altro arbitro. Controlla il tuo ruling sul tuo tablet / smartphone / iPad o chiedine uno in prestito a un'altra persona o un altro arbitro. Poi parla con un altro arbitro. E non dimenticarti di parlarne con un altro arbitro ancora, magari il Capo Arbitro che ha corretto il tuo ruling o che lo sta scoprendo in questo momento. Se hai altri dubbi sull'accaduto allora parlane con un altro arbitro, magari pure online. Gli arbitri sono persone sempre disponibili ad aiutare, e parte del privilegio nell'avere accesso a un simile, dedicato gruppo di individui é poter disporre di tutta la conoscenza che essi intendono condividere con te. Io credo che più queste storie sono condivise e comprese da parte di un pubblico vasto, più l'errore puo' essere riconosciuto, la sua incidenza minimizzata, e i suoi effetti ridotti nel complesso, il che ritengo essere un buon servizio clienti. Potrebbe addirittura aiutare qualcuno a dormire la notte.

Devi riconoscere l'errore. Parte di questo processo riguarda forse una lotta contro la superbia, ma se immagini che tutti i tuoi ruling siano sbagliati, allora tutti loro ricadranno nella stessa analisi (qualsiasi metodo ti piaccia applicare). Un buon risultato per il ruling non significa che hai fatto la cosa giusta o nel modo giusto. Domandati che cosa tu potresti aspettarti e comprendere, e ciò ti servirà a capire come saresti arrivato all'errore tu stesso. Io ritengo che un buon arbitro faccia qualcosa di questo genere prima di aprir bocca anzitutto, ma finché io non sviluppo correttamente questa abilità, allora raccomando di usarla a posteriori in un momento in cui puoi produrre un ponderato pensiero critico.

Devi possedere l'errore. Si fa cio' che tu dici. Tanto più se tu sei il Capo Arbitro. Se qualcosa é andato male in un qualsiasi ruling che hai fatto, é stato un tuo errore. Ma ecco il conforto: noi aderiamo a regole di gioco abbastanza comprensibili e adattabili alle varie infrazioni. Una (IPG 1.3) si preoccupa addirittura di annotare che lo specifico stato di gioco non puo' influenzare la tua aderenza alle policy. Questo significa che puoi evitare di sbagliare in futuro, e che puoi identificare l'errore adesso. Tienilo a mente.


Passo 2: Quantificare lo Sbaglio

Cerca di capire se é colpa della situazione, del tavolo, di come ti hanno spiegato le cose, di una tua mancanza di conoscenza verso le regole, di qualsiasi cosa -- andrà sempre a finire che si tratta di una combinazione tra la tua mancanza nel comprendere la situazione, e la tua mancanza di conoscenza delle regole per quella situazione.
Una volta che lo quantifichi, sarai in grado di entrarci dentro e dargli una soluzione. Se hai avuto informazioni sbagliate, é perché non hai fatto abbastanza domande. Se hai fornito informazioni sbagliate, è perché hai decifrato male i dati o usato un esempio sbagliato o più banalmente hai fatto una supercazzola e ti sei dimenticato di dire le cose corrette. Individua a quale livello sei tra "errore nel capire la situazione / la domanda" ed "errore nell'individuare il ruling corretto", e poi lavoraci sopra.

Visto che l'errore é tuo, tocca a te sistemare i parametri con cui quantificare lo sbaglio. Non comprendere la domanda ha lo stesso risultato che non comprendere la situazione, dato che la tua analisi mentale della situazione sul tavolo è basata sulla tua abilità a raccogliere le informazioni corrette, una parte delle quali è lì sul tavolo oppure in mano e un'altra parte sta nella domanda. Ogni analisi soffre della stessa debolezza: sono processi IDIF (immondizia dentro, immondizia fuori) che generalmente arrivano al risultato sbagliato con informazioni sbagliate. Il motivo per cui si parla con altri arbitri è per costringerci a spiegare la situazione più e più volte; e questo processo, che inizialmente si concentra a raccogliere informazioni per gli errori, si occupa anche di ridurre le domande nella tua testa e di correggere elementi comuni alla descrizione per sviluppare la situazione e le domande al fine di giungere ad un risultato corretto econsistente. Per queste ragioni questo processo di chiacchiera a arbitrale raccoglie nella tua mente i criteri per verificare tali informazioni e forse anche rivedere la domanda in qualche modo diverso. Poi la infili nel tuo cervello così te la ricordi. La corretta identificazione del problema é il primo passo nella correzione del comportamento, e nel sapere cosa non bisogna fare. Parte della saggezza é sapere cosa non bisogna fare.


Passo 3: Vivi con la Tua Paura

Magari ti serve tenere un leone di montagna nell'auto per aiutarti a guidare più velocemente. La verità é che l'unica parte della saggezza figlia dell'esperienza é sapere che sei sulla strada verso il tuo prossimo errore, e tocca a te capire quanti successi vuoi fare nelle pause tra un errore e il successivo. Chiamalo pure "disegno progettuale". Io ho scelto il percorso costellato dal minor numero di errori che posso scegliere, perciò verrò meno al mio obiettivo quando non conosco il percorso corretto oppure quando ho valutato male il previsto numero di sbagli che quel percorso aveva da offrire.

A questo punto, vi siete presi del tempo per riconoscere i vostri sbagli, quantificare e comprendere loro e le loro fonti, e compilare una lista di elementi che hai bisogno di unire in un insieme collettivo e capire come imbrigliarli per puntare a un qualcosa di utile. Comporre il mosaico dei tuoi errori ti aiuta a capire direttamente su quali aree lavorare. Ed é sempre una buona idea parlare con i tuoi amici arbitri e persino con il tuo RC. Metter giù tutti questi errori in una forma coesa é identificare la paura, che é l'assassina della ragione.

Io dico sempre ai miei figli che mi fanno paura le altezze e che per questo motivo non abbiamo le luci lungo tutte le grondaie della nostra casa nel periodo delle festività, ma se ho bisogno di andare lassù ci vado. Il coraggio non é vivere senza paura, il coraggio é fare la cosa giusta nonostante la paura. Essere coraggiosi é una scelta, ed una che tu puoi fare. Per parafrasare Henry Ford: sia che tu pensi di farcela o che pensi di non farcela, tu hai ragione. Non lasciarti risucchiare negli abissi di Sbagliopoli, puoi scegliere di non finirci. Accetta il fatto che sbaglierai ancora, e poi tocca a te minimizzare le ripetizioni.

Essere coraggiosi o fare un atto di coraggio é un atto di volontà, e quindi una scelta. Il coraggio in sé é semplicemente uno strumento della logica (piuttosto che un'abbondanza di spacconeria), é trovare una dose abbastanza larga di ragione per placare una dose generalmente piccola di paura. La paura puo' ancora indurre un'analisi di rischio quindi é meglio trovare quelle paure ed abbracciarle, comprenderle, e realizzare nuovamente che sbagliare é solo una parte del lavoro, e arriverai addirittura a trarre rispetto (e confidenza!) dallo sforzo di minimizzare i tuoi sbagli.


Passo 4. Eliminare lo Sbaglio

Questa é la parte che ti farà davvero sentire bene, perché la prossima volta che prenderai quella chiamata, amico, sai che la gestirai davvero bene. Una volta che hai capito cosa hai sbagliato e come devi viverci sopra, allora saprai anche di cosa si tratta e come metterla a posto. Parlane con i tuoi contatti e il tuo RC per capire dove hai sbagliato di preciso, poi dì loro cosa intendi fare per aggiustare la situazione. Se poi ti fa piacere ricevere un abbraccio o qualcosa del genere, te lo raccomando senza problemi, ma chiedi prima al tuo RC e controlla le leggi nazionali anti-aggressione prima di avvolgere le tue braccia intorno a lui o a lei.

Non é questione di "non fare un errore" ma di ricordarsi come fare la cosa giusta. E troverai nuovi modi per gestire questo "facciamo la cosa giusta" perché ci sono elementi filosofici comuni nelle regole. Io sto ancora cercando di capire come "acchiappare" la filosofia perché nei miei 18 anni di gioco ho visto un tale numero di cambi nella "filosofia" che disimparare le cose vecchie é stata una sfida per me. Ma con la pratica, evitare gli errori diventa più facile.


Passo 5. Accettare che Sbaglierai Ancora

Questa é la parte più difficile. Non c'é assoluzione, non c'é perdono. Non c'é compassione, né conforto da offrire a te stesso, nessun "rifacciamo" e nessun "passiamo oltre", nessun modo di evitare lo sbaglio o di prevenirlo. Tutto quel che puoi fare é minimizzarlo ed accettarlo. Perché? Ingrid Lind-Jahn lo ha detto al meglio: nessuno é più duro su di te, se non te stesso. é particolarmente vero anzitutto per quegli esseri umani interessati ad arbitrare. Tu conosci le tue debolezze, tu conosci i tuoi scheletri, e tu conosci la tua ignoranza. Lascia che questa conoscenza faccia da scudo per contrastare le fiondate e gli errori. Sapere che lo sbaglio é imminente é la spinta per essere vigili contro di esso, e sapere che é sotto il tuo controllo elimina la paura dell'ignoto: quando sbaglierai? E come sbaglierai? Diamine, conosci entrambe le risposte: quando meno te lo aspetti, e nell'unico modo che ti é rimasto. Questo significa che hai la conoscenza, e la conoscenza é potere -- lascia che ti faccia da luce per far fuggire le oscurità negli angoli. Quando lo farai, tu sarai quello che condividerà dei fallimenti epici come un guerriero che sta parlando delle sue ferite di battaglia. E questo lo si fa al meglio insieme agli amici, in un periodo di relax, e con una birra.

Accettare di aver scelto di sbagliare é anch'essa una sfida. Nel sottomettere te stesso all'errore, dovresti in realtà provare davvero ad essere preparato ad esso. Sapere perché hai fatto questa scelta – per insegnamento agli altri, per gestione, per servizio, per cameratismo -- é altrettanto importante perché sarà la tua sorgente di gioia quando farai le cose a dovere, di soddisfazione per averle fatte bene, perchè sarai quello che ha davvero cercato di dare una mano, e quello che si é preso il tempo di fornire in prima persona un impegno tempestivo sul programma con la giusta conoscenza, attitudine, e spinta a consegnare la miglior qualità di esperienza di gioco che un giocatore possa chiedere. Queste dovrebbero tutte essere buone ragioni per agire in questo modo, e lo sbaglio qui é davvero insopportabile in prospettiva.

L'accettazione é il balsamo che lenisce le ferite. Nel tempo, la tua prospettiva si sposterà e realizzerai che i tuoi errori non costano alla gente la loro vita o la loro sussistenza, le persone che loro amano, né alcun altro oggetto materiale che sia su questo pianeta. In genere il peggio che puo' accadere é un problema di rapporti personali che svanirà nel tempo, mentre il gioco continua e i giocatori continuano a venire più che nel passato, dunque il servizio nel suo complesso dev'essere sempre in miglioramento. Fortunatamente per noi, Magic é un gioco. Abbiamo già superato l'ostacolo più grande -- aver cura di non fare schifo come arbitri. Qualsiasi altra cosa é semplicemente un processo.

Spero che voi possiate trovare utile tutto questo.


- Matt Sauers


Traduzione: Stefano Ferrari, L1
Revisione: Lorenzo Santomo, L2
Articolo originale qui.