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Judging with Autism (traduzione)
Articolo del 24-5-2011 a cura di Caruso Paolo
Caruso Paolo

Tag: Crescita personale arbitrare tornei comunita autismo

di Gilbert Hedegaard, L1 Danimarca
 
 
Gilbert Hedegaard
Questo è un argomento che credo sia stato trattato da una sola altra persona: Shane T. Doherty con Dall'Interno della Bolla: Una Prospettiva Autistica di Magic. Quell'articolo si focalizzava sul punto di vista del giocatore. Qui proverò a raccontarvi la mia storia. Come mi fu diagnosticato l'autismo, quali sono le differenze con la Sindrome di Asperger (SA) e quali sono i benefici delle persone autistiche. Tratterò dei problemi che possono insorgere con i giocatori o gli arbitri con l'autismo e, infine, darò dei consigli agli arbitri autistici. Ma prima che vi dica tutto questo, dovreste sapere chi sono. Mi è stato diagnosticato l'autismo e attualmente sono il più giovane arbitro L1 della Danimarca. Ho arbitrato sin dai Nazionali danesi del 2008 e sono stato certificato ai Nazionali danesi del 2009. Ho recentemente arbitrato il GP di Gothenburg e i Nazionali danesi/svedesi del 2010 sempre a Gothenburg. Attualmente, ho in progetto di conseguire gli esami per la certificazione L2 il prossimo anno. Ho deciso di scrivere quest'articolo perché credo che sempre più arbitri abbiano bisogno di essere consapevoli dell'autismo in Magic e che possa servirgli saperne di più.
 
Prima di arbitrare un grande evento, come i Nazionali o un GP, ho sempre inviato prima una lettera al HJ (Head Judge), scrivendogli qualsiasi cosa di cui pensavo avrebbe dovuto essere a conoscenza. Ogni volta che ho inviato una simile lettera, avrei voluto che ci fossero maggiori informazioni sull'autismo disponibili ai giocatori e agli arbitri di Magic. Quest'articolo si pone questo obiettivo. Prevedo di segnalare il link di questo articolo ad ogni evento futuro a cui parteciperò.
Adesso passiamo a come ho avuto la diagnosi.
 
 
Come ho avuto la diagnosi e cosa significa per me
Mi venne diagnosticato l'autismo nel 2004. E' di grado molto blando, al confine con la SA. Ecco come mi venne diagnosticato:
 
Ero solito disegnare labirinti. Lo facevo a casa e con una mia amica, Trine. Trine è in realtà un'amica dei miei genitori. Conosce l'autismo perché l'ha anche suo figlio. Notò che disegnavo un nuovo labirinto ogni volta che andavo a trovarla, e in seguito, dopo che la rivista danese "Autism" pubblicò un articolo sulla SA, disse a mio padre che un'azione ripetuta più volte con tale passione poteva essere un segno di autismo o della SA. Lui non era pronto per ascoltare e dopo un paio di mesi Trine lo disse a mia madre. I miei genitori ne parlarono e mio padre ancora non ci credeva. A quel tempo ero uno scout e venne organizzata una gita con i genitori. Il mio fratellino si sentì male il giorno prima, così solo io e mio padre partecipammo alla gita. Mio padre notò proprio in quella gita che ero diverso. I miei ne parlarono e venni mandato dallo psicologo della scuola. Lo psicologo mi parlò, mi osservò un paio di volte e ritenne opportuno fare qualcosa in più. I miei genitori ed io fummo così indirizzati presso il PEA (Consulto Psicologico Specialistico). Passarono nove mesi prima che avessero una stanza per noi. Andammo al PEA dalle otto alle dieci volte, dove io venivo sottoposto a dei test e i miei genitori parlavano con uno psicologo. La diagnosi arrivò appena prima il mio undicesimo compleanno e i miei genitori me lo dissero circa un anno dopo.
 
Autismo e SA sono concetti diagnostici ampi, molto variabili da persona a persona. Solo perché una persona autistica ha un problema, non significa che le altre lo abbiano a loro volta. Ho recentemente scoperto che uno dei miei problemi riguarda i cambiamenti e la flessibilità. Spazia da cambiare abitudini, a stare in un posto nuovo, a trovare nuove soluzioni. Per questo motivo, mi preparo particolarmente prima di un evento. Pianifico i giorni, cerco il sito dell'evento e posti dove mangiare e dormire, conto il numero degli arbitri che conosco che parteciperanno e invio una lettera al HJ a proposito del mio autismo. Riguardo alle interazioni sociali che avvengono arbitrando o giocando ad un evento, spesso non riesco a capire se le persone che non conosco scherzano o si stanno divertendo. Sono accadute entrambe le cose e ho imparato da ognuna.
 
La prima volta fu durante i Nazionali 2010. Dovevo dormire in una scuola insieme ad un amico (che arbitrava i Nazionali come me) e ad altri arbitri che partecipavano per la prima volta ai Nazionali. La sera prima non sapevo dove fossero i bagni o dove si sarebbe fatta colazione. Il giorno dopo non riuscivo a concentrarmi sull'arbitrare e non mi divertii, fino a quando venni assegnato ad un PE vintage, dove finalmente fui a mio agio. Un'altra volta capitò al GP di Gothenborg. Alla fine di ogni turno parlavo con qualche arbitro. Notavo a volte un elemento di "divertimento" in ciò di cui stavano parlando, ma non ero mai sicuro che stessero veramente scherzando. Non riuscivo a capirlo, ma spesso era proprio così. Ci sono altre due cose in cui non sono bravo. Ogni volta che non sto bene, non so con chi dovrei parlarne. Con mia madre? con un mio amico? o con qualcun altro in base alla situazione? L'ultima cosa è che quando arbitro ad un torneo più grande, come un GP o un PTQ, e non come HJ, devo sapere esattamente cosa fare durante tutto il corso dell'evento. Quando cammino per la sala, devo sapere qual è il mio ruolo. Quando partecipo ad un nuovo evento, faccio sempre qualche domanda per adattarmi ad un nuovo ruolo.
 
 
La differenza fra la Sindrome di Asperger e l'autismo
Immaginate una linea. Due terzi di quella linea sono ciò che chiamerò autismo. L'ultimo terzo è la SA. Adesso dividete lo spettro dell'autismo in tre parti: ognuna di queste parti rappresenta un gruppo di persone con autismo a basso, medio o alto funzionamento. Le persone con le forme a basso e medio funzionamento soffrono spesso di qualche forma di ritardo mentale che viene diagnosticato insieme all'autismo e richiedono "assistenza alla vita". Ciò significa che richiedono aiuto per operazione semplici, come farsi una doccia o cucinare. A causa di questo, spesso non ricevono un'istruzione. Un esempio di autismo ad alto funzionamento è Holger Bech Nielsen, laureato in fisica teoretica e professore di fisica delle particelle. E' molto famoso in Danimarca anche per il suo alto tono di voce.
 
Le persone con autismo ad alto funzionamento possono vivere da sole, con un minimo o senza alcun aiuto. Questo è il gruppo al quale le persone con la SA ed io (che ho un autismo ad alto funzionamento) apparteniamo. Chi ha la SA sarà sempre ad alto funzionamento, ma non è così per chi è autistico. Le persone con l'autismo possono essere a basso, medio ed alto funzionamento. Ad alto funzionamento significa poter ricevere un'istruzione. Appartengo a questo gruppo perché ho un autismo al confine con la SA. Altri buoni esempi di questo gruppo sono Ben di Ben X, Bill Gates e Forrest Gump. (Ben X è un film tratto da una storia vera.)
 
 
Benefici delle persone con l'autismo
Le persone con l'autismo hanno alcuni benefici rispetto alle altre persone. Hanno spesso un "interesse speciale". E' qualcosa a cui sono particolarmente interessati e che piace loro moltissimo. Ciò significa anche che hanno una conoscenza molto più vasta sull'argomento rispetto alle altre persone. Per me questo interesse speciale è Magic ed è un onore per me esserne arbitro. Per questa ragione, la mia conoscenza di Magic è estremamente vasta.
 
Gli autistici hanno un grande senso per i dettagli. Piuttosto che avere il quadro completo di certe cose, ne conoscono un dettaglio in profondità. Dato che gioco a Magic da circa cinque anni, vedo alcune carte ritornare in nuove forme di espansione in espansione. Alcune di queste carte che ho notato sono un rimbalzino (Alisei d'Etere), una variante della Crescita Gigante (Potere Indomito), una variante del Fulmine (Scarica Galvanica, Fiamma Ustionante) e un nuovo peschino (Misteri degli Abissi).
 
Le persone con l'autismo hanno anche una capacità di ricordare e memorizzare migliore delle altre. Se un giocatore mi fa una domanda su una carta specifica, ricordo quasi sempre l'attuale testo Oracle di quella carta. Non ho mai sbagliato una volta, ma faccio sempre un controllo per vedere se ricordo bene. In qualche modo, per me i testi delle carte sono come regole del gioco semplificate (anche se non è così) e riesco a cogliere uno schema nel modo in cui ogni testo è scritto (dal testo Oracle).
 
 
Arbitri con l'autismo
Prima che vi parli della mia personale esperienza nell'arbitrare eventi con l'autismo, vi dirò perché ho iniziato a parlare del mio autismo agli HJ degli eventi che arbitro.
 
Da quando ho iniziato ad arbitrare, dopo i Nazionali del 2008, ho creduto necessario avvisare gli HJ del mio autismo. Non ne parlai all'HJ dei Nazioanali 2008 e fu un grave errore. Era il mio primo torneo da FJ (Floor Judge) e avevo arbitrato soltanto pochi piccoli tornei Standard prima di allora. Mentre arbitravo al torneo, non sapevo cosa ci si aspettava da me e cosa dovevo fare. Sei mesi prima dei Nazionali del 2009, scrissi una lettera all'HJ a proposito del mio autismo. Gli parlai nuovamente all'evento e tutto andò bene. Mi divertii molto, esplosi e venni così certificato. Dai Nazionali 2009, ad ogni evento a cui partecipo mando quella vecchia lettera all'HJ. Se in futuro arbitrerò ai vostri eventi, vi manderò invece questo articolo.
 
Da quando iniziai a parlare con gli HJ, accaddero i seguenti fatti. Informai gli altri arbitri danesi del mio autismo ai Nazionali 2009. Dissi loro in che modo ne ero colpito e in cosa mi serviva aiuto. Quando sostenni il test inizialmente non passai. Andreas, che mi aveva testato, discusse brevemente del mio autismo con l'HJ Falko. Poiché il test era stato sostenuto attraverso internet, convenirono che questo poteva aver influenzato il risultato (scoprii in seguito che avevano ragione) e che potevo far meglio se Andreas mi avesse posto le domande una ad una. Passai l'esame lo stesso giorno.
 
 
Giocatori con l'autismo
Ogni volta che ne ho il tempo, arbitro tornei Standard in ludoteca. Intorno a Natale stavo arbitrandone uno. Si presentarono sei regazzi, insieme ad un uomo che si prendeva cura di loro. I ragazzi si iscrissero al torneo e dopo l'uomo mi prese da parte. Mi disse che uno dei ragazzi era autistico. Pensai per un breve attimo e assicurai all'uomo che avrei dato un occhio al ragazzo. Lo ringraziai e mi voltai, per poi rivolgermi nuovamente a lui. Gli dissi: "Ho anch'io l'autismo". Gli confermai poi di sorvegliare il ragazzo. Pensai che avremmo comunque potuto riservare un posto all'uomo, se avesse avuto qualche problema.
 
Se siete a conoscenza del fatto che un giocatore con l'autismo partecipa al vostro torneo, dovreste sempre avere un occhio di riguardo nei suoi confronti. So che per "Gestire i Giocatori Disabili" e le IPG, tutti i giocatori vanno trattati equamente. Sarete però in grado di giudicare se un giocatore non si sta divertendo. Se si presenta qualcosa di serio, se si arrabbia o si confonde, parlate con lui riguardo a ciò che pensa essere sbagliato. Se nel frattempo dovete assegnare una penalità, fatelo, ma assicuratevi che capisca. Dopo che avete assegnato la penalità e capito cosa non andava, chiedetegli se ha bisogno di qualcosa. Se si tratta di qualcosa che potete organizzare con gli altri arbitri, cercate di dargli ciò di cui ha bisogno. Tuttavia, a seconda del REL, non tutto è possibile. Prendiamo ad esempio un torneo a REL Competitivo. Un giocatore autistico ha appena perso il suo incontro e mancano cinque minuti all'inizio del prossimo round. Sa che non riuscirà ad essere pronto in tempo e vi chiede dieci minuti di pausa. A causa del REL, questo non è possibile, così lui ha due opzioni: fare una pausa di cinque minuti o prendersi dieci minuti e una Partita Persa. Ricordatevi che non tutto ciò che serve a un giocatore è sempre possibile. A volte non potete soddisfare le sue richieste.
 
Sappiate che potreste dover spiegare meglio regole e penalità ad un giocatore autistico. Se capisce, è molto probabile che la prossima volta farà tutto bene. Fino ad ora, come giocatore ho avuto solo due penalità. Una è stata una Partita Persa per aver giocato con 39 carte ad un Prerelease. L'altra, una Innescata Dimenticata di cui io stesso mi sono accorto. In conclusione, adesso controllo sempre di giocare esattamente 40 o 60 carte in base al formato e sto più attento alle innescate non opzionali.
 
Consigli per gli arbitri con l'autismo:
  • Contattate l'HJ non appena vi contatta per le informazioni sull'evento e ditegli del vostro autismo. Spiegategli di cosa potreste avere bisogno, cosa non vi riesce bene a causa dell'autismo e fategli tutte le domande e le richieste del caso. Fornitegli tutte le informazioni necessarie su di voi.
  • Quando arbitrate, assicuratevi di sapere come funziona ogni passaggio. Se si tratta di qualcosa di nuovo per voi, chiedete come va fatto. Questo include il lavoro di squadra, il deckchecking o la divisione dei ruoli fra arbitri. Chiedete per ogni dubbio.
  • Scrivetevi una scaletta del torneo. Quando dovrete essere al luogo del torneo? A quale squadra appartenete? Cosa accadrà durante lo svolgimento del torneo? Scrivete qualsiasi cosa sia importante per voi.
  • Alcune domande per una riflessione, indipendentemente da chi voi siate: cosa pensate dell'autismo? E' nuovo per voi?
L'avete anche voi? C'è qualche giocatore o arbitro con l'autismo o la SA dalle vostre parti? Potete mandarmi una mail a Gilbert@gilbert.dk o contattarmi tramite il Judge Center.
 
 
Vorrei ringraziare ognuno dei seguenti per avermi aiutato:
 
Se volete saperne di più, vi consiglio caldamente quest'articolo Dall'Interno della Bolla: Una Prospettiva Autistica di Magic
 
 
 

Traduzione: Paolo Caruso, L1
Revisione: Fabio Ivona, L2
Articolo originale qui.